Uno degli obiettivi che ci siamo dati da quest’anno, con il rinnovamento della rivista, è stato quello di contestualizzare l’operato dei missionari oblati nel mondo. Ogni anno dalle nostre comunità oblate italiane, così come dalle associazioni e dai gruppi di laici che vi ruotano attorno, partono e si sviluppano iniziative di raccolta fondi per i progetti missionari. La costruzione di una scuola, di una chiesa, di un centro medico; il progetto per la creazione o lo sviluppo di posti di lavoro nel settore agricolo, tessile, artigianale; la formazione di un seminarista: sono tante e di diversa natura le iniziative che prendono vita e sviluppano nei cinque continenti. Alcuni progetti hanno un obiettivo concreto a breve termine, in altri casi invece si tratta di percorsi lunghi e complessi, che implicano un impegno costante con le comunità locali da parte dei missionari e, di conseguenza, un sostegno duraturo da parte di chi in Italia o in altri paesi si è fatto carico del progetto.

La concretezza dell’operato oblato fa sì che la generosità non venga mai meno e si trovi sempre un riscontro alla richiesta di aiuto nel sostenere un progetto. Tuttavia, spesso sorge in molti la domanda “Perché proprio questo progetto? E perché proprio lì?”. Ogni paese ha le sue peculiarità: cambiano i contesti sociali, politici, economici.

Cambiano le povertà che i missionari incontrano sulla propria strada: la povertà materiale, a seconda del luogo e del momento, è accompagnata da povertà educativa, sociale, psicologica, spirituale.

Con questo numero della rivista iniziamo una serie di approfondimenti, che tenteremo di portare avanti in tanti altri numeri futuri, sui paesi in cui i missionari oblati vivono e operano a fianco delle comunità locali. L’obiettivo è quello di provare a rileggere la storia ed il contesto attuale dei differenti paesi, così da comprendere meglio perché sono state aperte missioni in un determinato luogo, in un dato momento, per far fronte ad una certa necessità. Cominciamo con la Guinea Bissau, una delle missioni che fanno capo alla Provincia Mediterranea. Avendo personalmente visitato le comunità oblate della Guinea Bissau nel novembre 2021, ho potuto constatare quanto la presenza degli oblati sia rilevante per far fronte alle fragilità dei singoli abitanti e delle comunità di cui fanno parte. Allo stesso tempo, è stata l’occasione per toccare con mano anche la fatica quotidiana e le difficoltà che i missionari devono superare ogni giorno. Durante l’anno trascorso dalla mia visita, qualcosa è cambiato: alcuni progetti sono stati portati a termine, altri avviati, testimonianza di una vita che scorre per il bene del prossimo.

Andrea Cuminatto, direttore