Cari confratelli Oblati e voi tutti, sorelle e fratelli che vivete il carisma oblato,

quante volte, Oblati e laici mi hanno chiesto se ho un rapporto speciale con  Sant’Eugenio de Mazenod!  È una domanda affascinante; sento infatti con lui un rapporto speciale, espresso in molti modi: l’amicizia con Gesù, la vicinanza ai poveri, l’anelito missionario di rinnovare la Chiesa, il suo amore per la Parola di Dio e la predicazione.

In questa lettera, vorrei rendervi partecipi di un’altra dimensione del mio stretto rapporto con Eugenio: il suo amore per Maria, la Madre di Gesù. In occasione della Festa dell’Immacolata, vi invito a considerare il vostro rapporto speciale con Eugenio. Con tre parole descriverò il mio rapporto con il suo amore per Maria: speranza, misericordia, gioia.

Immensa speranza: “Un grande segno apparve nel cielo: una donna, vestita di sole, la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle …” (Apocalisse 12: 1)

Sento una profonda comunione con Eugenio nello straordinario dono di speranza che gli fu dato il 15 agosto 1822, mentre benediceva la statua di Maria, la “Madonna Oblata” o “Madonna del Sorriso”.   Questo evento, sei anni dopo la fondazione dei Missionari di Provenza, vide lo zelo del Fondatore ostacolato da difficoltà e dubbi. Era preoccupato e scoraggiato. Alcuni missionari di Provenza erano venuti e se ne erano andati. Altri sacerdoti si erano opposti al suo ministero.  I vescovi richiamavano i propri missionari nelle diocesi d’origine. Era suo questo progetto o di Dio?

In questo stato di angoscia, Eugenio ricevette una potente grazia: la certezza che la piccola schiera di missionari era opera di Dio, che avrebbe prodotto molti frutti per la Chiesa e avrebbe aperto la via della santità ai suoi membri. Le paure e i dubbi svanirono e gli fu assicurato che la creazione di questo gruppo missionario era opera del Signore per costruire la Chiesa, evangelizzare i poveri. In quel momento particolarmente difficile, l’intercessione di Maria gli ha dato speranza, fiducia e pace.

Nell’attuale situazione della Chiesa e della Congregazione, affrontiamo molte sfide che possono portare a scoraggiamento, pessimismo e cinismo. Eugenio mi ha fatto capire che la grazia del 15 agosto 1822 non era riservata solo a lui in quel momento. Maria continua a sorridere alla nostra missione. La rassicurazione, ricevuta in quel mistico incontro, è una benedizione! Le parole che Papa Francesco ci ha rivolto nel messaggio del 7 ottobre 2016 confermano questa grazia riguardo al futuro della Congregazione e al suo valore per la Chiesa.  (vedi gli Atti del Capitolo Generale 2016). Tuttavia, non possiamo semplicemente basarci sull’esperienza di Eugenio del 1822; dobbiamo fare tutto il possibile per ottenere questa benedizione per il tempo presente.

Tenera Misericordia: “Vicino alla croce di Gesù stava sua madre …” (Giovanni 19:25)

Molti anni fa, p. René Motte, a Aix-en-Provence, disse ad alcuni di noi che il Fondatore fra tutte le invocazioni a Maria preferiva “Madre di Misericordia”. Il fatto non ci sorprende alla luce dell’esperienza personale dell’amore incondizionato di Dio, che Eugenio fece davanti alla croce, quel Venerdì Santo. Chi aveva ricevuto così abbondante misericordia, la doveva donare agli altri.   Nella vita personale di Eugenio, nei suoi rapporti con la famiglia, con i figli Oblati e nel suo ruolo di vescovo di Marsiglia, la Madre di Misericordia lo ha sempre accompagnato.

Ho sentito spesso la misericordia di Dio attraverso la presenza di Maria nella mia vita missionaria, e in questo mi sento in profonda sintonia con sant’Eugenio. Negli insuccessi e debolezze personali, come nelle sfide proprie della Congregazione, la Madre di Misericordia è con noi, piena di forza, fedeltà e compassione. Maria è al nostro fianco, sia ai piedi della Croce, in comunione con il Figlio agonizzante, che in solidarietà con tutta l’umanità. La sua presenza attiva richiama me e tutta la famiglia Oblata ad una profonda unione con Gesù e con i poveri, nei cui volti Egli soffre oggi.

Gioia esuberante: “L’angelo Gabriele venne da lei e disse: ‘Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te: benedetta tra le donne’. » (Luca 1, 28) 

Mi sento in intima sintonia con Eugenio, nella gioia che ha espresso così spontaneamente verso l’Immacolata. Conosciamo la lettera del 1825 a P. Tempier, in cui, riferendosi al nostro nuovo nome, esclama: “… è un passaporto per il cielo! Come non ci abbiamo pensato prima? Sarà glorioso e confortante essere consacrato a lei in modo così speciale e portare il suo nome: Oblati di Maria! È un nome che soddisfa il cuore e l’orecchio. (Testi scelti, 120).  Il Fondatore gioì profondamente nel grande evento della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione. Che felice lo rese questa singolare grazia donata da Dio alla Madre di Gesù! Era immensamente grato per la sua costante presenza nel suo cammino missionario.

Mi sento in comunione di gioia con sant’Eugenio, rallegrandomi per il meraviglioso mistero dell’Immacolata Concezione di Maria. Non si tratta solo di un altro suo privilegio, ma rivela il legame intrinseco tra santità e missione. Maria è stata concepita senza peccato ed è piena di grazia per la sua missione di Madre del Salvatore.  La grazia, la santità, la vita di Dio in noi sono intimamente legate alla nostra oblazione e missione. Sant’Eugenio non chiedeva semplicemente devozione a Maria. Voleva che vivessimo il fiat, la sua oblazione; vuole che ci impegniamo nel vivere lo spirito profetico missionario del Magnificat; che siamo fedeli a Gesù e ai poveri, nelle loro sofferenze; e come lei, siamo costanti nella preghiera, nella comunità apostolica, chiedendo allo Spirito Santo l’unzione per la missione.

Il mio cuore è molto vicino a sant’Eugenio mentre celebriamo l’Immacolata Concezione: gratitudine, lode, gioia, stupore… Tutti, ispirati dal carisma oblato, abbiamo un rapporto speciale con sant’Eugenio. Vi invito a considerare questo legame unico con lui e a condividerlo con gli altri in modo orante.

La solennità dell’Immacolata Concezione ci riempia d’immensa speranza, di tenera misericordia di Dio e di gioia esuberante.  Buona Festa a tutti!

Roma, 8 dicembre 2019

p. Louis Lougen omi
Superiore generale