L’Annunciazione
26 Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, 27 a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava
Maria.
28 Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». 29 A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. 30 L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31 Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32 Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33 e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».34 Allora Maria disse all’angelo:
«Come è possibile? Non conosco uomo».
35 Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. 36 Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: 37 nulla è impossibile a Dio». 38 Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l’angelo partì da lei.

La devozione alla Madonna per fratello Antonio ha avuto inizio nella sua famiglia dove si pregava quotidianamente il rosario e si è irrobustita davanti al quadro di Maria Consolatrice alla quale ha affidato le tappe importanti della sua vita. Nella via dell’esilio per trovare lavoro ha superato momenti difficili con la recita del rosario che gli dava pace e calma. Al termine del noviziato è felice perché si è consacrato al Signore in una famiglia religiosa che ha Maria per madre. Al “Carolinum” incomincia la sua avventura di “fratello Ave Maria”. Vi rimane 4 anni e il superiore scrive che “è capace di qualunque lavoro: fa l’elettricista, il fabbro, il meccanico, lo stagnino e l’agricoltore”. Quando c’è qualcosa che non funziona tutti cercano fratello Antonio che con “un’ Ave Maria mette tutto a posto”. Un giorno fratel Giacomo sta ispezionando un pozzo a 20 metri di profondità e non riesce ad effettuare le riparazioni
necessarie per cui a gran voce chiama fratello Antonio perché lo aiuti. In un attimo fratello Antonio gli è
accanto. Fratello Giacomo lo guarda con gli occhi sbarrati e si domanda “ma come è sceso?” Poi grattandosi la testa dice “Fratello Antonio è proprio un enigma”. Insieme recitano un’Ave Maria, mettono le mani al motore e in un attimo tutto si aggiusta. La cosa più importante per fratello Antonio è il suo
amore ai sacerdoti della comunità ai quali serve la messa e il suo amore per gli scolastici oblati per i quali
prega in continuazione la Madonna perché davvero seguano il Signore con gioia e diventino sacerdoti e
missionari. Quante Ave Maria per loro.
(D. Tessari, Fratello Antonio Kowalczyk o.m.i., fratello “Ave Maria”) 

La nostra famiglia ha avuto la grazia di sperimentare quanto sia potente la mamma celeste.
Ad agosto 2021 un lutto improvviso ci ha messo a dura prova. A luglio Gioconda ed io scopriamo di aspettare un altro figlio; tanta è la gioia che accompagna la notizia ma, poche settimane dopo, un’ecografia ci comunica che Paolo (il nome che abbiamo voluto dare alla creatura che sta in cielo) non c’è l’ha fatta. Tristezza, amarezza, paura, rabbia è ciò che ci lascia l’evento. Fino a quel giorno mi era capitato di ascoltare persone che avevano vissuto l’esperienza di perdere un figlio, mentre erano in attesa, ma non avevo mai compreso fino in fondo quanto dolore potesse provocare nel cuore di una mamma e di un papà.
Tanti dubbi, tante domande, una su tutte: Perché? Che senso ha tutto questo? Come coppia abbiamo trascorso dei momenti difficili ma questa perdita ci ha provato particolarmente; personalmente ho sentito che tale croce era molto pesante e per fortuna eravamo in due a portarla con il sostegno di una comunità oblata, sempre discreta ma accanto.
Trascorrono i giorni passa un altro Natale ed inizia un nuovo anno, come si era concluso il precedente, con l’amaro in bocca e la fatica di trovare un senso a quanto accaduto. Il viaggio continua e si va verso la quaresima, la comunità Ammi di Roma che è la nostra comunità, nel calendario prevede una giornata alla casa generalizia degli Oblati il 3 aprile 2022.
Pensare di partire dai “Castelli Romani” per attraversare Roma, per recarsi all’incontro, non è stata una decisione facile. Eravamo provati e stanchi e quel giorno avremmo decisamente preferito restarcene chiusi nel nostro dolore che ancora era forte ma alla fine decidiamo di andarci.
Il cammino dell’Ammi di Roma ha previsto nel 2022 una serie di incontro con diverse figure di Santi Oblati e alla casa generale, quel giorno, per la prima volta sentiamo parlare del venerabile fratello Antonio Kowalczyc. Fratello Ave, così come raccontato dal postulatore oblato entra subito nel nostro cuore, fratello Antonio con la sua semplicità e la sua forte fede in Maria è stato la chiave di svolta.

Ritorniamo a casa pieni di una luce nuova e, soprattutto, di una chiave per aprire il nostro dolore e farlo uscire, la chiave tanto forte era Maria che sicuramente stava al nostro fianco
ma eravamo così accecati dal dolore che non vedevamo quasi più.
La devozione di fratello Antonio così forte, ci ha consentito di riscoprire la nostra devozione verso la mamma celeste che come noi ha perso il suo figlio: chi meglio di lei poteva capirci?
Da quel 3 aprile l’ave Maria diventa lo strumento con cui combattere il buio, la paura, il dolore, i pensieri cattivi. Ad ogni momento di sconforto una Ave Maria ci ha aiutato a dare luce a quei momenti di buio che continuavano ad esserci. Ho sperimentato grazie a fratello Antonio quanto potente può essere un Ave Maria.
A metà aprile mi accade un episodio molto bello, io e Gioconda quella sera eravamo parecchio preoccupati e con tante domande. Nel cuore volevamo un terzo figlio ma la paura di poter rivivere quanto accaduto ci terrorizzava.
Quella notte di metà aprile, mentre sentivo nel cuore quel vuoto di cui ho già detto, inizio a pregare l’ave Maria e abbraccio Gioconda mentre lei dorme. Continuo a pregare l’Ave Maria più volte poi mi fermo e mentre abbraccio Gioconda sento il mio cuore e quello di Gioconda battere forte e contemporaneamente un altro battito. Dai miei occhi scende una lacrima e mi addormento.
Tanta è la paura che tengo solo per me quello che mi è capitato, mi sembrava tutto così assurdo e incredibile che ero incredulo e mi chiedevo se fosse stata suggestione o frutto dell’immaginazione.
La mattina seguente Gioconda mi dice di aver ricevuto un messaggio di padre David Lopez (missionario Omi) il quale le diceva che aveva sognato che aspettavamo un bambino. Padre David ha condiviso con noi il dolore della perdita di Paolo e a lui come a tanti altri abbiamo chiesto di sostenerci con la preghiera.
Non poteva essere un caso, nel mio cuore sentivo forte che una nuova vita era già concreta ed ogni giorno che passava tutto era sempre più vero quando il 5 maggio abbiamo fatto il test di gravidanza era chiaro che un nuovo dono era in arrivo.
La grazia di fratello Ave era sotto i nostri occhi ma la paura era ancora tanta: paura delle ecografie, paura dei controlli che potevano darci notizie negative ma, ad ogni pensiero cattivo, un Ave Maria ci rimetteva nella pace della grazia ricevuta.
Il 12 gennaio 2023 è nata Anna, un dono inaspettato ma tanto desiderato; Anna e’ stata battezzata l’8 luglio con il nome di Anna Maria Antonia con un grazie speciale per il dono ricevuto per intercessione di questo Fratello che per noi è già Santo.
Gioconda e Antonio

  1. C’è un sì in questo momento della mia vita che mi costa dire?
  2. Chi è per me Maria?