P. HENRY TEMPIER: CAMMINARE INSIEME

Sir. 6, 14-17

14Un amico fedele è rifugio sicuro:

chi lo trova, trova un tesoro.

15Per un amico fedele non c’è prezzo,

non c’è misura per il suo valore.

16Un amico fedele è medicina che dà vita:

lo troveranno quelli che temono il Signore.

17Chi teme il Signore sa scegliere gli amici:come è lui, tali saranno i suoi amici.

L’amicizia crea rapporti particolari: non è condizionata a legami naturali, come quello filiale e fraterno legato al sangue, o come quello sponsale, ma è frutto di una affinità spirituale. Nella corrispondenza tra Eugenio e Tempier si può scorgere la maturità dell’“un cuor solo e un’anima sola” tra di loro, e il loro desiderio di essere uomini apostolici, di una forte vita interiore per essere il più possibile efficienti missionari […]. Eugenio, all’inizio della sua opera, scrive a Tempier: «Mio caro amico, leggete questa lettera ai piedi del Crocifisso disposto a nonascoltare che Dio e quanto Dio e le anime chiedono a un sacerdotecome voi……Ebbene, amico, senza entrare in più ampi particolari vi dico che siete necessario all’opera che Dio ci ha mossi ad iniziare»[1].

Tempier di rimando: «Condivido appieno le vostre idee e, ben lungi dall’aspettare altre istanze per entrare in questa opera santa così consona alle mie aspirazioni, vi assicuro che se l’avessi saputo prima sarei stato io a pregarvi di accogliermi nella vostra Società […] Grazie dunque di avermi stimato degno di lavorare per la gloria di Dio e per il bene delle anime. È vero che non posseggo il dono della parola indispensabile al missionario, […] ciò che non potrò fare con le grandi prediche, lo farò con la catechesi, con le istruzioni, nel sacro tribunale della Penitenza e con gli altri mezzi capaci di propagare il regno di Dio nelle anime. […] Per grazia di Dio sento questo desiderio e, se non lo avessi, acquistarlo con voi, tutto mi risulterà ancor più facile. Contate su di me ad occhi chiusi»[2] Padre Tempier non era dotato di grandi qualità oratorie ma aveva grandi qualità nella vita religiosa: la preghiera, la vita comunitaria, l’ascolto… il consiglio. Sant’Eugenio vedeva in lui uno che ha capito cosa è il carisma, […], uno con cui poteva parlare nell’intimità, raccontargli tutto, confessarsi, colui che lo capiva e gli diceva le cose con chiarezza per portarlo ancora di più sulla strada di Dio.

RIFLESSIONE

Eugenio si confrontava con Tempier: È importante nella nostra vita avere delle persone con cui confrontarsi e capire insieme la volontà di Dio?

Sant’Eugenio quando voleva prendere una decisione importante si confrontava con Tempier – che non diceva sempre di sì a tutto. Nelle nostre decisioni quanto siamo disposti a condividere con l’altro per capire ciò che è bene per la nostra vita?

L’uomo è un essere in cammino. Quanto è importante per noi camminare non come singoli, ma insieme verso la santità?

IL CARISMA SI INCARNA

Circa cinque anni fa ho scoperto la presenza di una formazione nodulare all’altezza del Lobo Medio destro, da quel momento annualmente mi sottopongo ad una serie di controlli radiografici Tac e Pet tac . Il periodo degli esami mi rendono nervoso e spossato, mi mettono in condizione di rifiuto e chiusura, in particolare con le persone più vicine. Questo il motivo per il quale non ho condiviso da subito questa mia condizione. Un po’ alla volta spinto dal senso di unità (parlo del nostro gruppetto), sono riuscito ad esternare questo problema perché, in questo cammino, ho sentito forte l’esigenza di condividere ogni aspetto della vita con chi desidera la Sua presenza. Ritiro il referto dell’esame radiografico e condivido felicissimo il risultato con le persone care, convinto che a questo punto la visita con lo pneumologo è un dettaglio! E invece no! Lo Pneumologo, senza mezze misure, mi comunica che sta valutando l’asportazione del nodulo. In quel momento si stava prospettando qualcosa che non avevo preso minimamente in considerazione. Vi confesso che le preoccupazioni sono forti e concrete, mi trovo davanti ad un bivio, che faccio?

Nei giorni successivi ero terrorizzato è non riuscivo a decidermi. In questo frangente, alcuni passaggi fondamentali arrivano attraverso la condivisione con le persone care e della comunità. Enrico mi mette in contatto con sua cognata che è un medico pneumologo. Lei mi parla come se ci conoscessimo da chi sa quanto tempo, questo mi mette nella condizione non solo di ascoltare, ma di aprire il cuore alle mie paure, mostrandomi l’aspetto umano della medicina, cosa che non ero riuscito a fare con il chirurgo. Il giorno del colloquio per il ricovero, era lo stesso in cui si ricoverava un’altra persona della comunità. Abbiamo avuto modo di incrociarci, ricordo il saluto ed il sorriso alla finestra, avete presente quel sorriso che infonde forza è coraggio. Pare che Dio si diverta a fare così: a farsi riconoscere nei gesti delle persone. Arriva il giorno del ricovero, mi accompagna Anna, mia moglie che condivide con me lo stesso cammino. Oggi posso dire che tutto è andato bene. Quello che mi resta di questo periodo difficile è in primis il rapporto con Dio che non mi ha fatto mancare la Sua Provvidenza anche incontrando persone disponibili e generose. Mia moglie: ha sempre sostenuto le mie scelte, nonostante il mio stato d’animo irrequieto e scontroso, mi è stata di sostegno nei momenti più delicati, e infine la presenza e l’Amore e la Preghiera ricevuta da chi mi sta accanto .. così in maniera semplice e sincera senza fronzoli o parole inopportune. (Peppe)


1 S. Eugenio a Tempier, Aix 9 ottobre 1815.

2 Tempier a S. Eugenio 27 ottobre, 1815.