IL CARISMA S’INCARNA

Giugno, ultimi giorni di scuola, un bimbo di 7 anni che sta in Casa Famiglia viene a scuola senza zaino. Entro in questa classe per chiedere una cosa alla collega, lo vedo e vado via. In corridoio sento la discussione che questo ragazzino stava lì senza poter fare niente perché per le regole del Covid gli amici non potevano prestargli niente. Torno indietro perché non era possibile, bisognava inventarsi qualcosa. Vado da altre colleghe chiedo in prestito i colori, li disinfetto e prendo dei fogli, quando arrivo in classe i suoi occhi si illuminano. Senza dirgli niente lui aveva capito che mi ero preoccupata per lui. Alla fine della giornata, prima di andare via mi ha regalato un disegno e un abbraccio … senza tante parole. (Carla).
Nel mese di marzo, mi è stata affidata Sara, una giovane stagista, per un percorso di formazione. Ho accettato l’impegno non senza difficoltà, per un senso di responsabilità e per fedeltà all’azienda temendo che la sua presenza avrebbe tolto tempo prezioso alla proposizione commerciale. Dopo qualche giorno ho cercato di dare una lettura cristiana a questa nuova esperienza lavorativa: Sara era la persona che Dio mi stava mettendo sul mio cammino e in quanto tale era una persona da amare, senza “se” e senza “ma”. Per circa 5 mesi, di Sara conoscevo solo la voce in quanto, per le limitazioni imposte dalla pandemia, il corso era esclusivamente on line. Nonostante tutto, tra di noi si è creato un bel rapporto di stima e di affetto reciproco tanto che durante il percorso formativo, spesso auguravo a Sara il meglio ed il bene per lei, incoraggiandola a non lasciare nulla di intentato nel mondo lavorativo, facendola sentire, così, libera di scegliere. Ci siamo incontrate agli inizi di settembre, praticamente alla vigilia della fine dello stage ed anche questi pochi giorni sono stati importanti ed arricchenti per entrambe.
Ci sentiamo spesso con wapp e qualche telefonata continuando a pregare perché possa realizzare ciò che è bene e giusto per lei. (Marina)

S. EUGENIO: PASSIONE PER CRISTO

Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.
“Mt 25, 35-36”
Non abbiate paura di uscire incontro a chi è emarginato. Vi accorgerete di uscire incontro a Gesù. Egli vi attende là dove c’è fragilità, non comodità; dove c’è servizio, non potere. Lì c’è LUI.
“Papa Francesco.”

Molti sono gli scritti in cui S. Eugenio evidenzia la sua forte Passione e quindi la scelta di Cristo e per Cristo. In una lettera alla mamma, per spiegare i suoi motivi dell’entrata in seminario, scrive: “Il puro amore della gloria di Dio, il più ardente desiderio della salvezza del prossimo e i bisogni della Chiesa abbandonata sono i soli e unici motivi della mia entrata nello stato ecclesiastico. Ciò che vuole da me il Signore è che mi dedichi in maniera particolare al suo servizio per cercare di rianimare la fede che si spegne tra i poveri. Riflettete rettamente per essere ricolmata di gioia il giorno in cui mi impegnerò definitivamente al servizio del Signore. E poiché il Maestro mi chiama a sé per servire la sua Chiesa quando è abbandonata da tutti, devo resistere alla sua Croce per languire miserabilmente fuori della mia vocazione? “
Forte è il suo assillo e la sua attenzione per tutte le umane miserie come si evince in una lettera pastorale del 1847: “Vedete come queste opere si moltiplicano con obiettivi prima sconosciuti. Bisogna raggiungere l’infanzia, la vecchiaia, il malato, il povero, l’innocenza in pericolo, il giovane carcerato … La Carità abbraccia tutto, e se necessario, deve inventare nuovi mezzi”.
(Sant’Eugenio de Mazenod – Padre e Pastore. P.Dino Tessari.OMI)

Il ns Generale, Padre Louis Lougen, riprende il messaggio del suo Predecessore, nella lettera dell’8 dicembre 2013, scritta per il triennio di preparazione per il duecentesimo anniversario della fondazione: “Ho visto la realtà concreta che rappresentiamo nella Chiesa, e quanto sia vitale la nostra presenza tra i poveri. Ci infiamma un carisma che è unico e speciale nella Chiesa; ci avvicina ai poveri, agli abbandonati, ai dimenticati, a gente respinta dalla società, e a persone che non si sentono accettate dalla Chiesa. Mostriamo al mondo il volto molto umano di Gesù, pieno di compassione e di solidarietà. Oserei dire che il nostro carisma è posto nel cuore della Chiesa e nel cuore del Vangelo stesso. Mancheremmo a un preciso dovere se non continuassimo, con entusiasmo e audacia, a inviare i giovani a vivere come sacerdoti e fratelli, religiosi, missionari e consacrati, all’interno del nostro carisma. Invitare nuovi membri a unirsi a noi significa credere nel nostro futuro e all’importanza della nostra missione”
Anche il laico oblato è chiamato, per una precisa vocazione, alla scelta di Cristo. (Art.2 CC.RR.)
Quali saranno le esigenze di questa scelta? L’esigenza fondamentale è quella di sforzarsi di conoscere Gesù più intimamente, immedesimarsi con lui, lasciarlo vivere in noi. A tal fine sono richiesti tre passi che si sviluppano simultaneamente. Un passo di CONOSCENZA del mistero di Gesù, della sua vita, delle sue virtu’, del suo comportamento con il Padre e con gli uomini, della sua missione di salvezza. Tale conoscenza si raggiunge con la preghiera, la lettura, con uno spirito di orazione e di fervore spirituale.

Il secondo passo è l’IDENTIFICAZIONE a Cristo. Ci si identifica poco a poco con una persona quando la si contempla quotidianamente, a lungo e con amore, e quando ci si applica ad imitarla, a penetrare i vari sentimenti che l’animano. Infine, il terzo passo, è LASCIAR VIVERE CRISTO IN NOI, lasciarci condurre in tutto dal suo Spirito, attraverso una disponibilità, un’accoglienza incondizionata che ci preparano a divenire, per Cristo, delle “umanità di prima scelta”. “Non sono più io che vivo, ma Cristo che vive in me. (Gal. 2,20)
“Carisma oblato ed Associati laici” P.Fernand Jettè. OMI.

RIFLESSIONE

Sant’Eugenio è stato definito da Papa Paolo VI nel 1975 come un uomo “appassionato di Cristo e della Chiesa”. Siamo in un mondo dove sembra che diminuiscano le “passioni”, i desideri, le motivazioni forti, quella spinta dei grandi uomini e donne che fa muovere l’umanità verso grandi mete e ideali. Sembra che manchi creatività e quella passione nel modo di fare le cose.

Rileggiamo la nostra esperienza nel rapporto con Sant’Eugenio e chiediamoci per esempio:

  • Cosa mi colpisce di più di Sant’Eugenio?
  • In quale aspetto mi sento più identificato con lui?
  • Rivolgendo lo sguardo fuori di noi, cosa farebbe Sant’Eugenio in questi tempi, in questo territorio…?
  • Faccio le cose con quella passione?