L’emergenza dovuta al Covid-19 e il conseguente confinamento totale per tutto questo lungo periodo ha messo sicuramente in discussione certezze, metodi, modalità di vita e di relazioni a più livelli, incluso quello tra le Nazioni. Per tanti è stato motivo di revisione di vita e di riscoperta di realtà messe in secondo piano e che si sono invece rivelate essenziali. Prima tra tutte la presenza di Dio nella storia e il senso della nostra fede, ma poi anche la precarietà della vita e la necessità di rivedere su quali fondamenta costruire per garantire un futuro possibile e sostenibile per la nostra Terra. 

Il Covid-19 ha paralizzato non solo le attività lavorative ordinarie, ma anche le stesse attività apostoliche a cui come Istituto missionario e come Chiesa ci stavamo dedicando. Ci ha costretti a trovare modi nuovi di essere presenti per accompagnare la gente che in questo frangente si è dovuta confrontare con difficoltà e sfide a cui non era abituata. Lo abbiamo fatto in diverse maniere, secondo quanto ad ognuno era chiesto soprattutto per il compito che gli è affidato; e se non era possibile fare altro, usufruendo dei mezzi di comunicazione che ci hanno dato l’impressione di essere come in una grande casa: all’improvviso, molto più di prima, le distanze sembrano essere state annullate.

Sicuramente, come da più parti emerge, non possiamo considerare questo periodo come qualcosa da mettere tra parentesi e dimenticare appena possibile per ritornare alla vita e alle cose di sempre. Siamo impegnati a cercare in tutto questo ciò che Dio sta dicendo e vuole dire anche a noi, come destinatari di un carisma che ci spinge alla missione.

Sono diversi i contributi di riflessione che in queste settimane e mesi ci hanno stimolati. Ho potuto leggere, tra gli altri, l’articolo apparso su Civiltà Cattolica di mons. Daniele Libanori, Vescovo del settore Centro di Roma, dal titolo “La fede al tempo del Covid-19” (https://www.laciviltacattolica.it/articolo/la-fede-al-tempo-di-covid-19). È un testo articolato che offre spunti per una rifocalizzazione di alcuni elementi che l’emergenza in corso ci costringe ad affrontare e che orientano verso un cammino di maturità della fede. Dal versante oblato p. F. Ciardi ha condiviso nel suo blog (https://fabiociardi.blogspot.com) la sua rilettura del momento: Coronavirus: Un tempo propizio che Dio ci dona .

La storia con le sue vicende è un luogo privilegiato attraverso cui Dio continua a interpellare l’uomo. Mettersi in ascolto è un impegno da cui non possiamo sottrarci e che chiede discernimento, capacità di lettura e di confronto, apertura e creatività.

Maria, nostra Madre, ci aiuti a saper accogliere lo Spirito datore di vita, Luce delle menti, Fuoco che purifica e che unisce, primo Artefice della missione e Compagno nell’evangelizzazione, per poterci sintonizzare sempre meglio con i pensieri di Dio e per seguirne le vie nei tempi che viviamo.

Buona festa del Fondatore!

Ricordiamoci di pregare sempre gli uni per gli altri.

Pozuelo, Sotto Sede provinciale, 18 maggio 2020

p. Gennaro Rosato
Superiore provinciale