SERVIZIO

Marta e Maria (Lc 10,38-42)

Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: «Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma Gesù le rispose: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta».

Amare la Chiesa è servirla

La prima fondazione missionaria fuori della Francia e fuori dell’Europa avvenne nell’Est Canada. Nel 1840 Monsignor Ignace Bourget, Vescovo dì Montréal, in occasione della visita ad limina, percorre l’Europa anche per cercare aiuti per la sua diocesi. A Marsiglia il 20 giugno 1841 apprende l’esistenza della Congregazione degli Oblati e incontra il Fondatore, Mons. Eugenio de Mazenod, al quale chiede almeno quattro missionari per poter affidare loro l’incarico dell’evangelizzazione del suo popolo e, “se necessario, anche dei selvaggi che vivono in quelle contrade” Consultati i membri della sua Congregazione, De Mazenod, non appena percepisce l’adesione dei suoi oblati più vicini, il 16 luglio scrive immediatamente a Mons. Bourget a Roma, dicendosi disposto ad accettare la nuova fondazione:

“Non ho affatto dimenticato il grande affare che vi sta tanto a cuore e al quale certamente non potevo restare indifferente. Conformemente al vostro desiderio me ne sono occupato attivamente e mi premuro di farvi conoscere il risultato delle mie mosse. Ho creduto il dover consultare la Congregazione: la risposta è stata affermativa e unanime, adesso non bisogna far altro che scegliere tra questi uomini di buona volontà e di generosità ed è ciò che faremo al nostro ritorno quando ci intratterremo nuovamente su questo argomento”

La regolamentazione dell’azione pastorale e delle necessità materiali del gruppo non sono regolate strettamente da convenzioni o da contratti. Ancora le relazioni erano molto iniziali e lasciate alla fiducia delle persone coinvolte e sulla loro personale responsabilità; se ne può tuttavia trovare il contenuto in indirette fonti quali la corrispondenza con gli Oblati del tempo. Nelle loro conversazioni infatti, i due Vescovi definiscono alcuni elementi necessari per un buon inizio della missione e tra loro convengono come segue che partiranno:

Quattro padri, più due “fratelli” per formare la piccola comunità a Montréal. Il Vescovo affiderà loro una piccola cappellania nelle vicinanze della città episcopale, le cui entrate insieme al prodotto di un terreno annesso alla proprietà, sarà sufficiente per i l mantenimento dei missionari. In caso di ulteriori bisogni, il Vescovo contribuirà per il necessario. I missionari precederanno e poi accompagneranno il Vescovo nelle sue visite pastorali. Nel caso fossero obbligati a lasciare tutti insieme la loro casa, la città è talmente vicina che il Vescovo domanderà ad un sacerdote del luogo di prestare il suo servizio nella parrocchia. Il posto è delizioso e i missionari non potrebbero trovare di meglio per riposarsi, per pregare e per i l loro studio. Si parla francese, ma sarebbe bene chi i missionari imparassero l’inglese per rendersi più utili. […] Il Vescovo manderà le tratte da pagare per coprire le spese del viaggio che, come è giusto, sono a suo carico.

Si definiscono in maniera approssimativa e generale degli elementi per un chiaro inserimento nella diocesi, quali il numero dei primi missionari, il tipo del loro ministero in aiuto al Vescovo, le questioni economiche; a ben vedere si tratta di elementi che si ritroveranno nei contratti che oggi si concludono nelle medesime circostanze. Inizia così per la Congregazione dei Missionari O.M.I. un’epoca nuova, con grandi speranze «perché Montréal non può che essere la porta che introduce la famiglia degli Oblati alla conquista delle anime di diversi paesi», ma anche con qualche diversità di impostazione apostolica; osservando con attenzione le motivazioni dell’invio, si nota una differenza di ottica tra Mons. de Mazenod e Mons. Bourget; ciascuno dei due sottolinea l’aspetto che corrispondeva alle proprie visuali: una mira evangelizzatrice il primo, mentre l’altro intravede negli Oblati una risposta alle sue esigenze pastorali.

Tale interpretazione del loro ministero era motivata dal fatto che Mons. Bourget pensava di riservare le missioni tra gli Indiani ai Gesuiti e agli Oblati la pastorale delle parrocchie; il Vescovo canadese non intendeva togliere loro la possibilità di consacrare zelo ed energie all’evangelizzazione degli Indiani, ma dava a questo apostolato solo un valore aggiuntivo. Tuttavia, però, quando gli Oblati inizieranno l’apostolato diretto tra gli Indiani, questo avverrà grazie alla mediazione dello stesso Mons. Bourget. Per quanto riguardava il loro stato canonico e il loro ministero missionario, gli Oblati dovevano restare completamente affidati alle cure del Vescovo di Montréal e soggetti alle sue direttive.
p. Roberto Sartor – OMI

Signore,
fa’ di noi persone capaci di servire.
Mettici al servizio dei nostri fratelli e sorelle più soli,
più emarginati, più bisognosi di cure e di aiuto.
Dà loro il pane quotidiano insieme al nostro amore
pieno di comprensione, di pace, di gioia.
Signore,
fa’ di noi persone capaci di servire,
per portare l’amore dove c’è l’odio,
lo spirito del perdono dove c’è l’ingiustizia,
l’armonia dove c’è la discordia,
la verità dove c’è l’errore,
la fede dove c’è il dubbio,
la speranza dove c’è la disperazione,
la luce dove ci sono ombre,
e la gioia dove c’è la tristezza.
Signore,
fa’ di noi persone capaci di servire
e di vivere solo dell’amore che tu ci doni.
Don Angelo Saporiti

Testimonianza

Il Vangelo di Marta e Maria ci illustra due modi di prendersi cura di Gesù, del fratello: quella del fare qualcosa per l’altro e quella dell’ascoltarlo. Ciascuno di noi ha fatto l’esperienza di entrambe le modalità di manifestare la propria attenzione, il proprio interessamento, il proprio amore verso l’altro; sappiamo che nella nostra quotidianità, solo insieme si completano; senza Marta Gesù non avrebbe mangiato, senza Maria Gesù avrebbe dovuto aspettare che il pranzo venisse pronto. Noi ascoltiamo la parola di Gesù perché sappiamo che “sono parole di vita eterna”, per metterle in pratica, altrimenti non porterebbero frutto, senza l’ascolto della sua parola noi porteremmo agli altri noi stessi, non Lui.
Eugenio di fronte alla richiesta di aiuto del vescovo di Montreal, si mette al servizio della Chiesa, quella universale, quella oltre i confini della Francia; quella Francia che di un nuovo clero, una nuova Chiesa ne aveva estremamente bisogno. Prega, chiede ai suoi confratelli chi voglia partire per quelle terre lontane, e di fronte alla disponibilità di tutti, “rinuncia” a quattro di loro. Avrà inizio con un gesto di servizio la grande epopea bianca per i Missionari Oblati e, allo stesso tempo iniziano ad aprirsi nuove missioni, oltre i confini, oltre gli oceani.

Riportiamo alcune espressioni di Papa Francesco in merito alla parola “servizio”; sono pure citazioni, nessun commento affinché ciascuno di noi risponda alle sollecitazioni:

“Il cristiano serve subito e con gioia, non fa la faccia storta”

“Il vero potere per un cristiano è il servizio”

“Il servizio è lo stile di vita cristiano”

“Non riduciamo le relazioni a stato di servizio”

“Senza amore e servizio la Chiesa non va avanti”

Famiglia Oblata Passirano