Carissimi Confratelli Oblati, Consacrate e Laici della Famiglia Oblata.

Il titolo di questa breve riflessione può sembrare strano, ma sicuramente ha qualcosa di importante da dire a tutti noi. Si trova nella parte finale della lettera agli Ebrei (13, 4) e lo abbiamo ascoltato qualche giorno fa durante la celebrazione dell’Eucarestia. È una delle Parole che il Signore ha voluto darci proprio a conclusione dell’incontro dei Superiori delle Comunità della nostra Provincia Mediterranea che si è tenuto dal 4 all’8 di questo mese a Firenze.

L’autore della lettera agli Ebrei sta parlando alle persone sposate invitandole ad essere fedeli al patto nunziale.

Questo patto è anche un riflesso del patto originario, quello che viene prima e fonda tutti gli altri, il patto tra Dio e l’umanità, tra il Signore e la Chiesa nel suo insieme e con ogni singolo credente in particolare.

Riprendendo la formula classica del consenso matrimoniale mi piace, con un po’ di fantasia, pensare al Signore che impegnandosi con noi ci ripete ogni giorno: «Prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita».

Per essere ancorati alla Bibbia possiamo riferirci a ciò che il Signore disse nell’ultima cena: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi» (Lc 22,20).

Nella lingua greca ci sono due termini per indicare “nuovo”. Un primo termine indica la novità di oggi e che domani è già passata: il giornale è nuovo oggi, ma domani ce ne sarà un altro che lo supera. C’è poi un secondo termine che indica una novità definitiva che niente potrà mai superare. L’alleanza offerta da Gesù è qualificata da questa seconda accezione, è qualcosa di nuovo e insuperabile stabilito una volta per sempre: il Signore non verrà meno alla sua promessa, al suo patto d’amore per noi.

Basta un minimo di sensibilità spirituale per sentire nel cuore il desiderio di non voler far cadere nel vuoto questa sua offerta senza limiti, il desiderio di raccoglierla e di contraccambiare col nostro impegno dicendo a Lui: «Prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita».

Per ognuno, sposati o consacrati, questo patto fonda e tiene viva la personale e rinnovata risposta alla chiamata di Dio secondo la propria specifica vocazione. Grazie a questa amorosa fedeltà a Lui siamo nel mondo segno e memoria viva di questo amore che vuole raggiungere il cuore di ogni donna e di ogni uomo.

Una via di concretizzazione per tutti, Laici e Consacrati, per restare in questo patto è vivere illuminati dal Vangelo.

Una via specifica per i Consacrati è vivere secondo le Costituzioni e Regole che sono un aiuto a incarnare il Vangelo dall’angolatura del Carisma. Qualche giorno fa, il giorno 17, come Oblati abbiamo festeggiato il 193° anniversario dell’approvazione delle Costituzioni e Regole da parte del Papa Leone XII. Questa ricorrenza è per me un motivo in più per concludere citando la n. 163 che indica un modo sicuro di essere fedeli al patto celebrato il giorno della consacrazione:

«Le Costituzioni e Regole propongono ad ogni Oblato i modi di camminare sulle orme di Gesù Cristo. Esse si ispirano al carisma vissuto dal Fondatore e i suoi primi compagni; in più hanno ricevuto l’approvazione ufficiale della Chiesa. Permettono così ad ognuno di valutare la qualità della sua risposta alla chiamata che ha ricevuto e di diventare santo»

Maria, nostro modello, ci aiuti a vivere l’oggi custodendo nel cuore, per lasciarcene ispirare, la meta verso cui tende la nostra vita, una meta espressa nell’Apocalisse proprio con l’immagine delle nozze (Ap 19,9).

Ricordiamoci di pregare sempre gli uni per gli altri.

p. Gennaro Rosato omi
Superiore provinciale