“Ci prenderemo cura noi degli anziani missionari italiani che sono in Indonesia. Voi non dovete preoccuparvi. Se vogliono restare da noi faremo del nostro meglio per accompagnarli e sostenerli”. Le parole pronunciate qualche anno fa dal responsabile degli Oblati in quella grande nazione asiatica, e l’espressione del suo volto, suonano come un attestano di affetto e riconoscenza che le giovani generazioni rivolgono agli Oblati “pionieri” che hanno speso le loro giovani energie e decenni della propria vita a servizio della gente in Indonesia. Le ascolto e le traduco con commozione e ammirazione nel corso di un incontro internazionale dei missionari Oblati di Maria Immacolata. Mi viene da pensare, contestualmente, al contributo che i missionari hanno dato alla realizzazione della carta costituzionale, la Pancasila, la base della nazione indonesiana, che sancisce la sua unità al di là delle differenze etniche o religiose.

Sono attualmente una cinquantina gli Oblati in questa terra rigogliosa composta da migliaia di isole. Terra ricca di culture, ma anche di contrasti che si riaccendono periodicamente e che hanno spesso come bersaglio i cattolici e le chiese. Lo scorso 11 febbraio il gesuita p. Karl-Edmund Prier, è stato aggredito e ferito con una spada da uno squilibrato mentre stava celebrando messa, nella chiesa di santa Lidwina a Bedog (Yogyakarta). Si tratta evidentemente di un episodio eclatante e forse isolato, ma si continuano a registrare regolarmente episodi di intolleranza e contrasto nei confronti della chiesa cattolica da sempre impegnata a fianco dei poveri in un’opera di evangelizzazione e di promozione umana. Il gesuita ha successivamente perdonato il suo assalitore dando una forte testimonianza. Il diario di viaggio di padre Dino Tessari (nelle pagine del Dossier di questo numero di Missioni OMI) racconta di un impegno energico da parte dei missionari e di una chiesa vivace e gioiosa che accoglie e testimonia. I giovani Oblati di nazionalità indonesiana esprimono gratitudine verso coloro che si sono impegnati per la crescita della chiesa e della nazione e diventano protagonisti in prima persona dell’evangelizzazione e dell’unità nazionale impegnandosi, insieme ai laici, contro l’intolleranza e il terrorismo. Il dialogo tra le fedi, l’impegno per la giustizia, l’educazione delle famiglie e delle giovani generazioni, sembrano essere le principali piste di lavoro in questi anni per uno sviluppo pieno e duraturo di una nazione leader nel sudest asiatico.

(Editoriale di p. Pasquale Castrilli, da Missioni OMI 06-07/2018)