Siamo arrivati a 50! A settembre del 2017 si compiono 50 anni esatti dell’esperienza del Centro giovanile di Marino laziale (Roma), esperienza nata da un’intuizione di una vita comunitaria semplice alla luce del Vangelo vissuto, esperienza nata con un generosissimo dono della Provvidenza.

È questo il mio secondo anno come responsabile del Centro giovanile; qui potrebbero parlare tanti altri Oblati passati prima di me, e che meglio potrebbero esprimere le grazie e le ricchezze di questo dono per la chiesa. Quando sono arrivato nel settembre del 2015 ho avvertito un grande senso di timore nel tornare in modo stabile in questo luogo, dopo esservi giunto da giovanotto nel 1982 per vivere questa esperienza di grazia che mi ha segnato per tutta la vita. Nel tempo sono tornato tante volte, per accompagnare gruppi di giovani e famiglie, e ogni volta ho avvertito tutto il bene e la solidità di una esperienza di Dio, ogni volta ritrovando una conferma, una spinta, un rinnovato desiderio di riportarmi i doni di serenità che questo posto offre. E ora che mi ritrovo qui nel servizio di accompagnare il cammino di vari giovani, avverto certamente il timore e la responsabilità di offrire bene e custodire la grazia di Marino. Avverto che questi timori e responsabilità sono molto bene sostenuti dal clima di unità che cerchiamo di vivere tra noi Oblati innanzitutto. E mettendomi in gioco così, mi rendo conto sempre più intensamente che sta proprio qui la forza della luce di Marino.

Un ingrediente speciale

Ogni tanto mi guardo intorno e osservando le mura, le stanze, il giardino, e ogni ambiente mi domando: “Ma cosa lo farà così speciale? In fondo è una casa, magari bella, spaziosa, carica di verde…” e poi mi rendo conto di una cosa che so già, ma che continua a stupirmi per la sua verità: che ciò che la fa speciale e “città posta sul monte” è proprio la passione che ognuno ci mette affinché sia presente unicamente Lui, in mezzo a noi. Ed è solo così che capisco dove sta tutta la sua luce: in un continuo amore vissuto e consumato che poi diventa capacità di crescere insieme, Oblati e giovani, nell’unica realtà che vale: la passione per Dio e per questa nostra umanità, così come Eugenio de Mazenod l’ha sentita e trasmessa ai suoi Oblati!

Sono tanti i piccoli, ma anche grandi episodi che mettono in risalto questa grazia. E la vedo soprattutto in ogni giovane che passa, per un anno, per un mese, per un tempo della sua vita, accorgendomi di come ciascuno, in qualche modo, cresce alla luce di un amore attento e presente ad ogni percorso. Potrei parlare di tante esperienze semplici, intense, profonde… queste poche righe diventano la scusa per dire davvero a ciascuno “vieni e vedi… e vivi” Sono passati 50 anni, ma posso dire, da questi mesi in cui mi ritrovo qui, che al di là di ogni mutamento, cambiamento sociologico e quant’altro, la grazia di Marino rimane vera; essa resta ancora oggi una possibilità concreta per tanti giovani che hanno, consapevolmente o meno, voglia di capirsi di più e capire soprattutto quanto un incontro con Dio, vissuto in una vita alla luce del Vangelo, insieme, possa trasformare la propria vita e renderla più luminosa.

(Articolo di p. Roberto Bassu omi, tratto da Missioni OMI 8-9/2017)