Cari giovani,
Ho atteso con ansia questo incontro con voi qui a Lisbona. Vi ringrazio per gli sforzi fatti per venire e ringrazio tutti coloro che hanno lavorato per rendere possibile questo incontro. Un incontro che mi riempie di gioia. Grazie di cuore. A Lisbona abbiamo l’opportunità di camminare mano nella mano con papa Francesco e di ascoltarlo. Egli ci invita a camminare con Maria. Lo ha fatto anche al nostro Capitolo generale dove, dopo aver baciato questa croce di sant’Eugenio di Mazenod, ci ha proposto di camminare insieme mano nella mano con Maria. Come possiamo, come Maria, essere pellegrini di speranza in comunione?

Prima di tutto, vorrei condividere con voi un sogno. Credo che sia lo stesso sogno di sant’Eugenio ad Aix. Sogno che i giovani diventino la forza trainante che aiuta tutta la nostra famiglia carismatica a vivere il Vangelo con gioia ed entusiasmo e ad annunciarlo tra i più poveri. Vi propongo, cari giovani, di essere nei prossimi sei anni i protagonisti del rinnovamento missionario della nostra famiglia carismatica e di farlo come Maria ha fatto con la comunità di Gesù: la Chiesa, perché possiamo essere pellegrini di speranza in comunione. Volete aiutarci in questa avventura?

Pellegrini:

Siamo pellegrini e cerchiamo la felicità nella nostra vita. Con tutta l’umanità cerchiamo la pienezza della vita, la giustizia e la pace. Sappiamo che per diventare pienamente felici non possiamo stare fermi, ma dobbiamo uscire dalla nostra zona di comfort. Dobbiamo rischiare, crescere, camminare. Tutta l’umanità è in pellegrinaggio e per essere pienamente umani, pienamente felici, dobbiamo andare in pellegrinaggio per costruire una fratellanza universale.

Quando Maria ha sentito l’annuncio dell’Angelo, ha risposto con un grande SÌ al progetto di Dio. Il Vangelo di Luca dice che immediatamente e “in fretta si mise in viaggio”. Maria non sapeva bene cosa significassero le parole dell’angelo, aveva paura e dubitava. Anche noi abbiamo paura e dubitiamo. Maria si mise in cammino per servire e lungo la strada le cose divennero più chiare. Maria ci insegna che per compiere la nostra missione dobbiamo abbandonare ciò che è conosciuto, dobbiamo lasciare la nostra zona di comfort e andare in pellegrinaggio alla ricerca della volontà di Dio.

Maria ci insegna anche che per andare in pellegrinaggio dobbiamo camminare con Dio. Lei ha camminato con la presenza di Gesù nel suo grembo. Dobbiamo fare lo stesso, camminare con Gesù che ci dice: non abbiate paura, io sono con voi. Non lasciate che la paura o il dubbio ostacolino il vostro pellegrinaggio. Durante il cammino Gesù ci insegnerà con la sua Parola e ci rafforzerà con la sua presenza. L’importante è andare in pellegrinaggio mano nella mano con Gesù e Maria.

Come possiamo, Oblati e giovani, camminare insieme cercando di rispondere al disegno di Dio? Quali sono le paure che mi impediscono di camminare?

Speranza:

Quando Maria incontra Elisabetta la gioia e la speranza esplodono in un canto di lode a Dio. È il Magnificat che parla di un Dio misericordioso che salverà l’umanità a partire dai più poveri. Un Dio che fa giustizia, abbattendo i potenti e i superbi dai loro troni ed esaltando i poveri e gli umili. Un Dio che guarda alla nostra piccolezza per ottenere libertà e pienezza di vita attraverso la sua misericordia. Maria scopre tutto questo mettendosi al servizio di sua cugina ed è così la serva di tutta l’umanità.

Quando si guarda alla situazione dell’umanità si è tentati di disperare. Maria ci insegna che Gesù, ricco di misericordia, è la speranza dei poveri e dei sofferenti. Se conserviamo il Vangelo nel nostro cuore e lo mettiamo in pratica, saremo come Lui. La speranza dei poveri è in Gesù e siamo noi a dover annunciare il Vangelo con il nostro modo di vivere.

Come Maria, conserviamo le parole di Gesù nel nostro cuore. Siamo un Vangelo che i poveri possono leggere e ascoltare. Siamo seminatori di speranza mettendoci al servizio dei più poveri. E allo stesso tempo, lasciamoci toccare dai poveri, perché sono loro che Dio ha scelto per agire con misericordia e salvare l’umanità dalla sua deriva. Impariamo a leggere e a vivere il Vangelo e a lasciarci evangelizzare dai poveri.

Come possiamo noi, Oblati e giovani, vivere il Vangelo insieme ai poveri? Potete condividere qualche esperienza? Cosa trovate più difficile nel Vangelo?

Comunione:

La Chiesa ci invita alla sinodalità, una parola che significa camminare insieme. L’ultimo capitolo generale ci invita a peregrinare nella comunione e a prenderci cura della nostra casa comune, della nostra famiglia carismatica. Il modello per peregrinare nella comunione lo abbiamo in Maria, che sa come costruire una comunità missionaria, in uscita e al servizio. Dall’annuncio dell’Angelo, si mette in cammino e visita Elisabetta e la sua famiglia pensando di mettersi al servizio. Farà la stessa cosa nella casa di Nazareth insieme a Giuseppe, aiutando a far crescere Gesù in età, sapienza e grazia: comunione e servizio. Più tardi si metterà a fare la discepola di Gesù quando questi predicava. Nella croce Gesù ci dona Maria come madre per accompagnarci nelle nostre croci quotidiane. Maria sarà la Madre della Chiesa, comunione missionaria. Il suo segreto era rispondere sempre con un Sì alle chiamate dello Spirito Santo ed era lei stessa Tempio dello stesso Spirito.

Non possiamo camminare da soli, dobbiamo essere in comunione con la Chiesa e dobbiamo essere in comunione con Dio. Abbiamo la grande responsabilità di curare le nostre relazioni affinché siano evangeliche, proprio come voleva Gesù: amatevi come io vi ho amato, lavatevi i piedi a vicenda, ascoltate la mia Parola e osservatela, chi fa questo a uno dei miei piccoli più poveri lo fa a me e io sono con voi fino alla fine del mondo.

I nostri gruppi devono diventare un ospedale da campo che cura tutti i feriti e anche una tenda dove incontriamo Dio e siamo aperti all’accoglienza e all’ospitalità per tutti. Nella mia lettera del 17 febbraio di quest’anno ho scritto: “Le nostre case diventino case missionarie, centrate su Gesù Cristo, vivendo il Vangelo, accogliendo e proteggendo i più vulnerabili e uscendo per le strade come pellegrini di speranza in comunione”. Il mio sogno è che voi giovani siate i protagonisti della cura della nostra casa comune per servire meglio la missione e i poveri.

Come possiamo realizzare questo sogno? Cosa dovremmo cambiare o migliorare nei nostri gruppi per vivere in comunione con Dio, tra di noi e con i poveri?

Conclusione. Cari giovani. Ora discuterete questo messaggio in piccoli gruppi. Sono ansioso di ascoltare e imparare dalle vostre conclusioni. Sono sicuro che anche sant’Eugenio sarà molto attento ai vostri contributi, come lo era ad Aix con i suoi giovani. Ha avuto un rapporto molto intenso con molti di loro durante la sua vita, alcuni dei quali sono stati Oblati chiave nei primi giorni della Congregazione. Camminiamo con lui come pellegrini di speranza in comunione, mano nella mano con Maria Immacolata, nostra madre e modello. Che loro e tutti i nostri Beati Oblati intercedano per noi affinché possiamo essere i santi missionari in comunità che Dio ha sognato per noi.
Grazie di cuore.

Luis Ignacio Rois Alonso, OMI
Superiore Generale