SCOLASTICA ANDRICH – AL SERVIZIO DEGLIO OBLATI
“Non siamo chiamati a servire ogni tanto, ma a vivere servendo” (Papa Francesco)
Marco 12,40
“Vi erano pure delle donne che guardavano da lontano; fra di esse vi erano Maria Maddalena e Maria madre di Giacomo il minore e di Iose e Salome, che lo seguivano e lo servivano quando era in Galilea; e ce n’erano molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme.”
SCOLASTICA ANDRICH nasce a Vallada Agordina (BL) il 17 marzo 1921. Frequentò fin da giovanissima l’Azione Cattolica e la parrocchia. Alla scuola di Albino Luciani, allora cappellano e futuro papa Giovanni Paolo I, imparò il senso del’umiltà come dote fondante per chi si dedica a l’apostolato. La sua vocazione particolare era “offrire la propria vita per la santificazione dei sacerdoti” e a 26 anni decide di consacrarsi interamente a Dio. Conobbe i Missionari Oblati nel 1968 e si accorse che quei sacerdoti “vivevano in un’altra maniera” e che la “trattavano da sorella”. Dal 1974 collaborò strettamente con gli Oblati e si trasferì a Marino, dove si mise al servizio della comunità, serviva ed amava giovani e padri oblati, occupandosi del guardaroba, donandosi a tutti con amore e dedizione, riconoscente a Dio per questo. Ma oltre e più del suo prezioso servizio in lavanderia, ha vissuto dal di dentro tutti i momenti della vita della comunità di Marino, portando con i padri il peso della pastorale delle vocazioni e della prima formazione. Condivise la missione educativa dei formatori, rivelandosi una preziosa collaboratrice alla crescita umana e spirituale di tanti futuri missionari oblati. Restò a Roma, nelle case di formazione fina alla sua morte nel 2003. Il superiore generale, p. Marcello Zago, il 18 maggio 1997, le conferì il titolo di Oblato onorario come “naturale conseguenza di tutta una vita totalmente dedicata a Dio, alla Chiesa e alla nostra famiglia religiosa.” In quella occasione testimoniò:“ Quando arrivarono i giovani seminaristi degli Oblati nella mia casa sulle Dolomiti, fremevo dentro di me perché vedevo sconvolta la mia tranquillità, ma cercai di nascondere il mio intimo perché troppo grande era la mia venerazione per il Sacerdozio. Io non avrei dovuto far niente per loro, ma, dopo pochi giorni, li vidi alla fontana alle prese con i pantaloni, perché non essendo abituati alla montagna avevano camminato più con il sedere che con le gambe! Cercai di aiutarli e da allora… quanti pantaloni che ho lavato! Quando questi giovani assieme ai padri se ne andarono, incominciammo ad aspettarli perché avevamo capito che vivevano un cristianesimo un pò diverso, sapevano amare tutti ed amarsi tra di loro. Tornarono per i campeggi d ’estate e per qualche giorno d’inverno. Nel 1974 fui invitata ad andare nella comunità oblata di Marino a Roma. Mi costò molto abituarmi a Roma, abituata al mio paese dove passavano due o tre macchine al giorno. Intanto conoscevo sempre più gli Oblati, leggendo anche le gesta, la vita non solo del Fondatore, ma anche dei suoi missionari al Polo Nord e in Africa. E conoscendoli li amavo. Da quel lontano 1968 quanti giovani ho visto
ho visto e conosciuto. […] E quanti sentirono proprio là la chiamata ad essere tutti di Gesù. […] Sento il dovere di ringraziare p. Zago, Superiore generale, per questa Oblazione che mi ha conferito, per il Crocifisso che mi ha donato a nome di tutta la Congregazione. Sto pensando che, forse, questo sia un po’ la risposta Sua, perché da giovane soffrivo: non potevo essere sacerdote e mi consolavo dicendomi che sarei stata per sempre di aiuto ai sacerdoti. Ora comprendo chi erano i sacerdoti per i quali il Signore voleva che io dedicassi la mia vita. Erano, sono, i Missionari Oblati di Maria Immacolata”.
Un ricordo di P. Saverio Zampa: Ho conosciuto scolastica nel ‘77 quando sono andato a Vallada per la prima volta, mi accolse veramente bene e avvertivo sin da allora che era una presenza forte per tutti i giovani. Il disegno di Dio ha voluto, diventato ormai prete, che fossi accanto a lei nella comunità di Marino per ben 11 anni ed è stata anche questa un’esperienza che mi ha segnato fortemente; mentre ero superiore della comunità di Marino, sono stato io, insieme ai miei confratelli, a proporre la candidatura di Scolastica ad oblato onorario. La prima cosa che ricordo è la presenza serena, tranquilla, materna di Scolastica in mezzo ai giovani di Marino, ma anche una presenza autentica per noi oblati. A modo suo era una formatrice, da buona montanara era di carattere molto forte, diretta e semplice nello stesso tempo e i ragazzi parlavano con lei volentieri, interveniva, correggeva qualche difetto, parlava con chiarezza di come bisognava vivere in comunità, li stimolava a fare qualche passo in più, suggeriva, talvolta, anche la cosa migliore da fare in quel momento. Noi sentivamo che i ragazzi avevano in lei un’altra figura importante a cui rivolgersi, una confidente. Ricordo che qualche volta lei mi chiedeva come stesse quel tal ragazzo, cosa avesse deciso di fare … aveva un intuito suo e spesso riusciva già a prevedere quello che sarebbe stato per quel ragazzo, se avesse continuato oppure se fosse tornato a casa. Come sappiamo si occupava del servizio di lavanderia, ed era un servizio anche pesante; ricordo che mi parlava dei suoi problemi di salute, aveva dei trombi, delle vene varicose, problema non da poco per chi sta in piedi tanto tempo durante la giornata, ma non c’era un lamentarsi, un non fermarsi a questo, ma andare oltre perché la cosa più importante era continuare ad offrire un servizio alla comunità, vivere per la comunità, donarsi interamente alla comunità.
Un altro aspetto importante di Scolastica era la preghiera, era una donna di preghiera, l’ho vista pregare con l’Ufficio, quindi le lodi e i vespri, l’ho vista pregare spesso il Rosario specialmente la sera, ma anche durante il giorno accendeva Radio Maria e mentre lavorava le faceva compagnia e pregava anche in questo modo. Aveva veramente un bel rapporto con Dio, tutto particolare, tutto suo, tutto intimo, che nessuno poteva conoscere più del suo direttore spirituale, che credo sia stato per tantissimi anni padre Marino Merlo. Altro tratto distintivo di Scolastica era la discrezione, ad un certo punto scompariva, mentre noi eravamo tutti insieme, magari una serata anche di festa (per un motivo o per un altro ce n’era sempre qualcuna), lei scompariva, non c’era più, aveva finito la sua parte, finito il suo lavoro, tornava nel suo appartamentino e lì si raccoglieva e si riposava. Silenziosamente scompariva, proprio come Maria, si ritirava e noi tutti sapevamo che la sera lei era lì. La sua partecipazione alla vita della comunità era viva e concreta; ricordo in particolare quando cominciai ad organizzare i viaggi in Albania, tanti per diversi anni, fu la prima ad accompagnarci veramente, amorevolmente e fu talmente partecipe di questa esperienza missionaria che sembrava che dovesse partire anche lei con noi. Ricordo come ci accoglieva con gioia, facendo festa, quando tornavamo proprio come immagino Maria accogliesse gli apostoli che tornavano dai viaggi missionari. Dopo ciò che ho detto non pare strano che abbiamo proposto, a buon titolo, Scolastica come vero oblato onorario, perché la sua missione era chiara, con una testimonianza di vita attiva nella comunità, vita donata a Dio totalmente, donata ai fratelli e ai sacerdoti, sull’esempio di Maria.
Esperienza: Sono Teresa, associata AMMI dal 2016. Un po’ di anni fa, in parrocchia, il parroco oblato di quel momento mi chiese se potevo lavare e stirare le tovaglie dell’altare perché chi se ne occupava non poteva più per motivi di salute. In un primo momento mi sono sentita a disagio, non avevo mai fatto un servizio del genere, pulire la chiesa sì, ma non era la stessa cosa! Avvertivo una responsabilità più grande. Il momento di dubbio, però, è durato pochissimo e ho detto un altro sì! Non è passato molto tempo affinchè questo impegno diventasse naturale, come occuparsi della propria casa.
Come un fulmine a ciel sereno, gli oblati sono andati via…. e io ora che faccio? (E’ stata la mia prima reazione!) Ho continuato il mio servizio perché la mia “casa” era sempre la stessa! I nuovi sacerdoti mi hanno affidato anche il decoro di manutergi, corporali e purificatoi, oltre al cambio delle tovaglie, alla scelta di quelle belle per le celebrazioni importanti, il gallone giusto da mettere…. un po’ come si fa nelle
proprie case per renderle sempre pronte all’accoglienza. Il servizio che svolgo è tutto dedicato a Gesù, a quel Gesù che ha allargato le Sue braccia e mi ha accolto nella sua casa.
Rifletti… L’esperienza di Scolastica ci porta a riflettere che attraverso la concretezza del servizio umile e gratuito, realizziamo quel che Dio vuole da ognuno di noi: rispondere alla Sua chiamata, rendersi disponibili per l’altro oltre le nostre aspettative e questo esercizio di servizio continuo ci rende capaci di fare anche scelte più grandi, inaspettate. Ed io cosa sono pronto a fare: servire ogni tanto o vivere servendo?