È passato in silenzio, come del resto la sua vita, il 150° anniversario della morte di p. Francois de Paule Henry Tempier lo scorso 8 aprile. Chi era questo Missionario Oblato di Maria Immacolata? Perché Missioni OMI gli dedica addirittura un dossier? Padre Tempier è stato il primo Oblato a dare vita alla congregazione insieme a sant’Eugenio de Mazenod nel lontano 1815-1816, l’Oblato con il “numero due” di oblazione. In quegli anni Eugenio era alla ricerca di una persona con la quale condividere il sogno di una famiglia religiosa missionaria, un amico che lo capisse e cogliesse il soffio dello Spirito. Il giovane Eugenio aveva fatto qualche tentativo con altri sacerdoti francesi. Tentativi andati a vuoto. A fine 1815 scrive tre lettere a Tempier che all’epoca si trovava ad Arles, la bella città ai bordi del Parco naturale della Camargue. Da Tempier riceve due risposte entusiaste e convinte. Il giovane Henry intuisce il disegno di Dio che si fa strada attraverso quest’uomo focoso come il maestrale della Provenza, e dice il suo sì.

Tempier aveva avuto in dote numerose virtù e tra queste la temperanza e la concretezza. Qualità che si rivelarono molto importanti nei primi cinquant’anni di vita dei Missionari di Provenza, futuri Missionari Oblati di Maria Immacolata. Inoltre assicurava la base di una convinta vita religiosa che Eugenio vedeva necessaria (un tutt’uno) con la missione. I biografi ci dicono che i primi Oblati contavano su Tempier allo stesso modo in cui facevano con Eugenio. Un’amicizia, quella tra i due, che nel tempo ha formato anche la personalità del De Mazenod che nutriva una fiducia piena nell’amico al quale confidava tutto, proprio tutto. Egli fu la sua forza nei momenti difficili, consigliere, confidente e confessore. Non mancarono momenti di tensione.

Ci sembra giusto parlare di padre Tempier, conoscere la sua statura, presentarlo alla nostra attenzione. Spesso accanto ai fondatori e alle fondatrici di congregazioni, movimenti o associazioni, ci sono uomini e donne più nascosti, meno appariscenti, ma altrettanto fondamentali per la nascita e per i primi decenni delle nuove fondazioni. Collaboratori consapevoli non tanto degli uomini, ma del disegno di Dio. Crediamo che nei tratti e nel cammino di quest’uomo, riservato e fattivo, ci siano i segni di un’autentica santità. Non riteniamo eccessivo affermare che potrebbe essere indicato come modello, compagno nel cammino della vita, intercessore. Forse conoscendo padre Tempier potremmo scoprire un fratello e ritrovarci accanto un amico discreto e sincero. Uno su cui contare ad occhi chiusi.

(Editoriale di p. Pasquale Castrilli, tratto da Missioni OMI 11/2020)