Carissimi Confratelli Oblati, Consacrate e Laici della Famiglia Oblata,

il mese di maggio ci accompagna verso la festa di Pentecoste che si celebrerà nei primi di giugno. Ho pensato allora, come pensiero iniziale di queste Comunicazioni, di proporvi una breve riflessione su due Persone che caratterizzano questo periodo e che hanno molto da dire a ciascuno di noi: Maria e lo Spirito Santo.

«Come è possibile?», chiese Maria all’Angelo che rispondendole disse: «Lo Spirito santo scenderà su di te».

Tanti anni fa una persona mi chiese: “Come mai l’Angelo che punì Zaccaria per avergli rivolto una domanda simile al momento dell’annuncio della nascita di Giovanni Battista, mostrò poi un trattamento di riguardo per Maria?”.

Per essere precisi bisogna specificare che la domanda di Maria (Come è possibile?) è sostanzialmente diversa da quella di Zaccaria (Come -da che cosa- posso conoscere questo?). L’obiezione di Zaccaria rivela un dubbio di fede riguardante le parole dell’Angelo circa la nascita di Giovanni Battista, dubbio che egli fonda su un dato oggettivo che è l’età avanzata sua e di sua moglie Elisabetta. La sua domanda, in pratica, nasconde la richiesta di un segno che convalidi le parole dell’Angelo.

La domanda di Maria, invece, non mette in dubbio le parole dell’Angelo; la sua è piuttosto una richiesta di delucidazione circa il modo attraverso cui ciò che l’Angelo le ha detto potrà poi realizzarsi. In pratica esprime il desiderio di discernere le vie da seguire per realizzare ciò che il Signore le chiede. Manifesta così, allo stesso tempo, la sua disponibilità a percorrerle, quali che esse siano. E l’Angelo risponde alla sua domanda dicendo: «Lo Spirito santo scenderà su di te…».

«Come è possibile?». È una domanda che anche noi ci facciamo per svariatissimi motivi. Qui voglio solo specificare un caso che riguarda la nostra vita di credenti: «Come è possibile vivere veramente da cristiani tenendo conto della radicalità di vita che il Vangelo chiede?». La risposta è la stessa: «Lo Spirito santo scenderà su di te…».

Se rimanete fedeli alla mia parola, -dice Gesù – sarete davvero miei discepoli (Gv 8,31). Ma chi ci ricorderà la Parola, chi ce la farà capire e convincendoci della sua profonda verità ci aiuterà a farla diventare criterio di valutazione in vista delle scelte da fare nei vari contesti di vita in cui ci troviamo? Lo Spirito Santo: «Queste cose vi ho detto mentre sto con voi; ma sarà il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre invierà nel mio nome, egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto» (Gv 14, 25-26).

Ogni parola del Signore ha un valore incomparabile. Tra le altre ce n’è una che Gesù qualifica come il «suo comandamento» e che, vissuta, ci farà distinguere come suoi veri discepoli: «Come io vi ho amati, così anche voi amatevi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,34s). Ma chi ci darà la forza per vivere in quella qualità di amore che Gesù chiede e che ha contraddistinto la sua vita? E’ ancora lo Spirito Santo: la carità, che è la vita di Dio, «è stata riversata nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5,5). L’amore, prima di essere impegno personale, è dono dall’alto, è partecipazione alla stessa vita di Dio che è Amore: immersi in questo amore siamo abilitati ad amare alla stessa maniera di Dio.

Se coltiviamo un rapporto di amicizia con lo Spirito, se lo invocheremo perché sia nostro compagno di viaggio, se gli faremo spazio nel nostro cuore, lo vedremo in azione e sarà Lui, come Maria ci insegna, a rendere feconda la nostra vita: «Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé» (Gal 5,22).

«Signore nostro Dio, che hai fatto della Vergine Maria
il modello di chi accoglie la tua Parola e la mette in pratica,
apri il nostro cuore alla beatitudine dell’ascolto,
e con la forza del tuo Spirito fa’ che noi pure diventiamo luogo santo
in cui la tua Parola di salvezza oggi si compie».

Ricordiamoci di pregare sempre gli uni per gli altri.

p. Gennaro Rosato omi
Superiore Provinciale