“Ma come fate, voi OMI, la missione in Italia?”. La domanda me la pongono due sacerdoti, religiosi di un famoso istituto missionario fondato in Italia, che fino a pochi anni fa aveva fatto l’opzione esclusiva della missione ad gentes. In un’epoca in cui la missione non si taglia più a fette con la precisione di qualche decennio fa, quella congregazione (e altre) si trova in parte spiazzata e disorientata. Alcuni istituti missionari avevano teorizzato un impegno unico nella missione cosiddetta ad gentes e la presenza di case in Italia unicamente per la formazione dei giovani candidati e per l’animazione missionaria. Ora si trovano per scelta e per altre cause (vedi l’età media che avanza, le numerose e invendibili strutture, case e opere, le giovani leve sempre più ridotte) a domandarsi cosa fare e soprattutto come essere missionari in Italia oggi.

I Missionari Oblati di Maria Immacolata in Italia hanno sempre cercato la missione, l’annuncio di Cristo Salvatore. Con la missione popolare, con il ministero nelle parrocchie, con il lavoro di animazione tra i giovani e le famiglie, con l’attenzione alle marginalità. Una scelta che poteva sembrare generalista si sta rivelando, oggi, intelligente e azzeccata. In un tempo in cui non si può più troppo distinguere missione ad gentes e missione ad intra, ma in cui è forse più opportuno parlare di missione inter gentes, la scelta oblata risulta efficace. Soprattutto essa apre all’incontro con la gente che vive oggi in Italia, tra tempi che cambiano, ponti che crollano, immigrati che arrivano, crisi economica, politica e dei valori.

La missione popolare (o parrocchiale che dir si voglia) appartiene al DNA oblato. La Provenza, nel sud della Francia, conserva ancora oggi decine di croci missionarie che venivano piantate da sant’Eugenio de Mazenod e dai primi missionari OMI in ricordo di periodi speciali di grazia e misericordia. Agli incroci o nei punti più alti dei paesi, ricordano ancora oggi momenti fantastici che segnarono gli inizi dell’avventura oblata. Anche la nostra penisola è ricca di ricordi delle missioni al popolo. Gli Oblati italiani hanno sempre fatto missioni, ogni anno della loro storia sul suolo italiano. In questo senso detengono un piccolo record nella congregazione oblata: nessuna altra provincia oblata ha fatto missioni in maniera così continuativa. Nel panorama italiano la comunità di Passirano (Brescia) ha fornito un contributo unico di pensiero e prassi missionaria, animando decine e decine di missioni. A Passirano hanno ricordato i quarant’anni di lavoro missionario. Noi di Missioni OMI celebriamo e ringraziamo con loro.

(Editoriale di p. Pasquale Castrilli, da Missioni OMI 11/2018)