Carissimi Confratelli Oblati e membri della Famiglia Oblata,

Al termine del mio secondo mandato come Provinciale, desidero esprimere un fraterno saluto a tutti voi, Confratelli e membri della grande Famiglia Oblata. È stata un’esperienza unica, che mai avrei immaginato di vivere.

Questo servizio, come Provinciale della Provincia Mediterranea, mi ha aiutato a vivere con maggior profondità la vocazione oblata, ad essere fiero di appartenere alla Congregazione degli OMI, ad entrare in un rapporto inatteso di fraternità e di stima con tutti voi.

Senza sentimentalismi, vi assicuro che il “provincialato” non mi ha indebolito la fede, ma me l’ha fatta crescere; non mi ha inasprito nell’anima e neppure nella psiche. Al contrario, credo che mi abbia migliorato nel comprendere i valori dell’impegno e della responsabilità, del sacrificarsi per gli altri e del voler bene, della comprensione e del perdono, anche di quello ricevuto – chissà da quanti! -, in silenzio.

Sì, Amici, il provincialato non mi ha reso scettico sulle cose di Dio, tantomeno della Chiesa, della vita religiosa, del mio essere prete e missionario.

Come Provinciale ho viaggiato molto, ma la cosa più importante è stata quella di incontrare tanta gente e, tante volte, voi. Già, ho avuto la fortuna di parlare, scherzare e ridere con voi, dialogare e riflettere con voi. In effetti, senza fare il poeta, di questi sei anni mi restano nell’anima tante cose, ma sono convinto che, con il passare del tempo, mi resterà soprattutto il rapporto di amicizia che ho condiviso con voi e, con molta probabilità, la nostalgia per non aver condiviso di più la vita con voi; per non aver scommesso di più sulla nostra fraternità, sui vostri talenti; di non aver manifestato apertamente la mia stima e per non avervi incoraggiati come avrei dovuto.

Ringrazio il Signore per la sua bontà e pazienza nei confronti della mia mediocrità, ma soprattutto per avermi benedetto, nonostante la mia povertà nel “dire bene”.

Ringrazio immensamente tutti gli Oblati. Vi ringrazio per l’umiltà che mi avete dimostrato nell’accettarmi come Provinciale, per la benevolenzache mi avete testimoniato pur conoscendo i miei tanti limiti. Vi assicuro che sono consapevole che potevo fare meglio, se avessi creduto di più, chiesto con più frequenza la luce dello Spirito Santo. E, a guadagnarci, sareste stati voi; anche la Provincia.

Ringrazio voi, membri della Famiglia Oblata – laici associati dell’AMMI, fedeli laici, laici dell’Associazione AMYCO, del COMI, Associazione Oasi Cana e Centro La Famiglia, giovani legati al nostro carisma, e dell’MGC, consacrate (Misioneras Oblatas de María Inmaculada, COMI, OMMI) – per la testimonianza di amore mostrata per il carisma e il nostro Istituto. L’amore di Dio ci chiede di credere e di vivere il vangelo. Ci chiede di custodire la gioia della fede, e di farlo insieme, perché la speranza e la carità “germoglino e portino frutto” per il bene di tutti, anche di coloro che sentiamo o sappiamo distanti o persino ostili nei confronti della verità cristiana. Vi ringrazio per il bene che mi avete voluto e vi chiedo perdono se non vi ho sempre considerati per ciò che siete e fate per la Chiesa e la sua missione.

Ancora, sento di ringraziare coloro che, in questi sei anni di provincialato, hanno condiviso con me il servizio di governo nel Consiglio provinciale: i Vicari provinciali, padre Ismael García Moreno, padre Gennaro Rosato e padre Aldo D’Ottavio; e i Consiglieri, padre Adriano Titone, padre Alberto Ruíz González, padre Francesco Volpintesta, padre Eutimio González Álvarez e padre Ciro Andreozzi. Così ringrazio l’Economo provinciale, padre Salvo D’Orto, e il Vice-economo, p. Rafael Martín Villanueva, il Procuratore per le Missioni Estere, padre Adriano Titone, e gli impiegati degli Uffici provinciali per la generosità e la competenza con la quale svolgono il loro lavoro, indispensabile per la vita della Provincia.

Saluto e ringrazio, per la fiducia e la fraternità testimoniatami in questi anni, il Superiore Generale, padre Louis Lougen – davvero un padre -; il Vicario Generale, padre Paolo Archiati, i membri dell’Amministrazione Generale, padre Roberto Sartor, già Procuratore Generale. Un pensiero speciale lo rivolgo all’ex Consigliere Generale per l’Europa, padre Chicho Rois, ora impegnato a studiare la lingua araba per ben inculturarsi nel deserto sahariano, e padre Antoni Bochm, attuale Consigliere Generale, che conosce non solo la lingua italiana, ma anche molti Oblati della nostra Provincia. Il Signore li accompagni e li sostenga nei tanti discernimenti che sono chiamati a compiere per il bene della Congregazione.

Con affetto, dico un profondo grazie ai superiori delle Unità provinciali e delle comunità locali, ai membri delle Commissioni provinciali, al direttore, padre Pasquale Castrilli, e i redattori della rivista Missioni OMI, per aver collaborato con l’Amministrazione provinciale.

Un altro ringraziamento particolare sento di rivolgerlo a padre David Lopez Moreno, Segretario provinciale, soprattutto per il suo lavoro in  Archivio e per aver curato con generosità e competenza le comunicazioni dell’Amministrazione provinciale, sia con l’Amministrazione Generale, sia con le Unità provinciali e le comunità locali. Così, ringrazio sia padre Otilio Largo Macho, per essere stato in questi anni il fedele traduttore dall’italiano allo spagnolo di ogni mio genere di scritti, sia padre Angelo Pelis per il suo prezioso lavoro di traduzione dal francese all’italiano di Information, Communiqué e di diversi documenti da me redatti.

Ancora, dopo tredici anni vissuti alla Casa provincializia, non posso che abbracciare voi, Confratelli di comunità, attualmente membri o già in altri luoghi di missione, e ridire a ciascuno di voi il mio affetto carico di gratitudine, con la richiesta del vostro perdono per le mie intemperanze e le tante mancanze mostrate nella carità fraterna. Lascio la Casa di via Tuscolana, n. 73, ma con me, nel mio animo, restano gli affetti e i dialoghi condivisi, le eucarestie e i tanti momenti di preghiera che hanno segnato la nostra fede e arricchito la nostra fraternità. E con voi, associo nel grande abbraccio il personale della Casa, compagni di vita che mi hanno dato un esempio di laboriosità, ma anche di premura nei confronti di tutti noi membri della comunità.

Concludo con un augurio a tutti noi, parafrasando una citazione famosa del presidente americano John Kennedy: “Non chiediamoci mai cosa la nostra Provincia può fare per noi, chiediamoci cosa possiamo fare noi perla nostra Provincia”; aggiungo, per la Chiesa, per i poveri, per l’evangelizzazione, perché il nostro cristianesimo trasmetta con passione la bellezza del vangelo della salvezza.

Non dimentichiamoci di pregare reciprocamente. Non dimentichiamoci di chi ci ha preceduto nel Regno dei cieli, dopo avercondiviso con noi l’avventura oblata. Dunque, restiamo “in cordata”, per dirla con padre Fausto Pelis; “restiamo forti nella santità”, pensando a padre Joaquín Martínez Vega; “andiamo avanti”, come amava ripetere l’indimenticabile padre Marino Merlo.

Amici, il domani è per la missione. Questa attende i missionari. Anche gli Oblati, consacrati e laici.

Maria Immacolata, Patrona della Congregazione, Sant’Eugenio, il nostro Fondatore, i beati Martiri spagnoli e del Laos, nostri predecessori nella missione, dal cielo ci proteggono.

Auguri, Provincia Mediterranea! Il futuro è carico di speranza, perché Dio vive e cammina con noi.

Frascati, Casa provinciale, 10 maggio 2018

Nella gioia di appartenerGli, in J.C. et M.I.,
Padre Alberto Gnemmi, omi (Provinciale)