di padre Alberto Gnemmi, Provinciale,
e padre Ismael Garcia, Vicario provinciale del settore spagnolo

Carissimi Confratelli Oblati e Laici Associati,

 ⇒ A cura di padre Alberto

Vi abbiamo lasciato, padre Ismael ed il sottoscritto, con alcune notizie sul nostro viaggio in Uruguay dal 5 al 15 ottobre scorso. Ora vorremmo brevemente aggiornarvi sulla nostra visita alla Missione del Venezuela, seguita immediatamente a quella in Uruguay, vissuta nel segno di un’intensa fraternità, condividendo, anche con numerosi laici associati, momenti di preghiera, di dialogo, di riflessione sul presente e sulle prospettive future cui è chiamata a confrontarsi la Chiesa, anche alla luce della difficile congiuntura politica e socio-economica del Paese.

Nel pomeriggio del 16 ottobre, via Montevideo-Panama, arriviamo all’aeroporto Simón Bolívar di Caracas, dove, insieme al caldo umido del clima tropicale, troviamo ad accoglierci padre José Manuel Cicuéndez. Da autista navigato, è lui a condurci, in poco meno di mezz’ora, nella comunità oblata a Catia La Mar, dove trascorreremo i primi due giorni di visita. Questa è la comunità più giovane della Missione, nata nel settembre 2015, situata in un quartiere poverissimo, in un territorio denominato La Soublette, periferia della cittadina di Catia la Mar, a poco più di trenta chilometri dalla capitale. Qui, con padre José Manuel, classe 1966, madrileno, intraprendente e immediato nei rapporti, superiore della comunità e parroco della Parrocchia “Nuestra Señora del Carmen”, vivono Mons. Ramiro Díaz Sánchez — con i padri Octaviano Vega e Francisco Javier Puerta, diede inizio alla Missione nel 1990 e ne fu il primo superiore; vescovo da vent’anni, è stato Amministratore Apostolico di Machiques, nel Nord-Ovest del Paese, dal 1997 al 2011 — e padre Nené Tasar Lepi, 59enne, congolese, dal 2009 in Venezuela, sempre allegro e cordiale, apprezzato dalla gente.
L’orazione serale nella piccola cappella della comunità, posta all’esterno, nel modesto cortile che sta sul retro della casa, e la cena che segue, sono momenti che ci fanno sentire famiglia, legati da vincoli che superano le nostre distinte provenienze, culture ed età.

Santa Barbara, 19 ottobre, Parrocchia Nuestra Señora del Carmen:
incontro con i laici della Famiglia Oblata

Il 17 ottobre, in mattinata, andiamo tutti a La Guaira, cittadina con poco meno di 50.000 abitanti, capitale dello Stato di Vargas nel quale è inclusa Catia La Mar, per partecipare all’inaugurazione della nuova Curia —un edificio che si è appena terminato di costruire— e per celebrare i quarant’anni di storia del seminario diocesano. L’avvenimento è solenne, ma anche unico, visto che sono presenti tutti i vescovi della Conferenza Episcopale Venezuelana (ne contiamo ben ventiquattro, tra i quali un Cardinale), che, appena dopo la cerimonia, si sposteranno a Caracas per la loro sessione plenaria. E’ un momento di festa, dove abbiamo la possibilità di incontrare il vescovo della diocesi, Mons. Raúl Biord Castillo, salesiano, grande amico ed estimatore dei Nostri, con una speciale ammirazione per il nostro vescovo, Mons. Ramiro. Fraternizziamo anche con i numerosi sacerdoti diocesani venuti per l’occasione: in maggioranza sono giovani; simpatici e aperti, danno l’idea di una Chiesa dinamica e accogliente.
I colloqui personali con i nostri Confratelli della Missione ci offrono la misura del loro impegnativo apostolato, dove ogni iniziativa di evangelizzazione è sempre una sfida da perseguire con passione al di là dei frutti. Alla sera, concelebriamo l’Eucarestia (presiede padre Ismael) nella nuova e grande chiesa parrocchiale Nuestra Señora del Carmen, inaugurata e consacrata lo scorso 21 maggio dal vescovo della diocesi, Mons. Raúl Biord Castillo. Prima di rientrare, incontriamo dei giovani laici impegnati nelle diverse attività pastorali: uno scambio di vedute sulla situazione della parrocchia, del quartiere e anche del Paese, sorseggiando un caffè allungato, rappresentano un momento di dialogo e di amicizia che crea empatia.

Il 18 ottobre, con un volo da Caracas, raggiungiamo La Fria, località ad un’ora da Palo Gordo, periferia di San Cristóbal (Regione di Táchira), dove si trova una delle tre comunità della Missione. Ad accoglierci all’aeroporto c’è l’inconfondibile padre Giovanny Nova Delgado, 36enne, venezuelano, sacerdote dal 2013, spigliato e loquace al ritmo del coche che guida. A Palo Gordo troviamo ad aspettarci il superiore della comunità, padre Sante Ronchi, dai modi semplici e concreti, che si occupa, come primo responsabile della formazione, dei giovani che lì stanno facendo un cammino di discernimento. Con lui, oltre al dinamico padre Giovanny, c’è padre Rafael Wleklak, 42 anni, polacco, determinato nel comunicare e nell’agire, in Venezuela da sei anni e, da poco più di due, parroco delle Parrocchie Jesús Nazareno e Purísima. Dei quattro giovani in formazione che qui vivono, Maro e Berner sono in cammino come prenovizi, mentre gli altri due, Yosman e Arturo, vivono il tempo del discernimento vocazionale.
A Palo Gordo, abbiamo appena il tempo per condividere una buona comida, che subito si parte per Santa Bárbara (Regione di Barinas), dove, a due ore di macchina, accompagnati da padre Javier Alvarez (“Lolín” per tutti), venuto appositamente a Palo Gordo per prelevarci, siamo attesi per incontrare sia la comunità oblata, sia la gente della missione.
Nella comunità di Santa Bárbara oltre a padre Lolin, cinquant’anni esatti e ben portati, superiore da cinque della Missione e parroco della grande parrocchia Nuestra Señora del Carmen (stesso titolo della parrocchia di Catia La Mar), c’è padre Vidal Fuente Vega, 73enne, in Venezuela da più di vent’anni, dallo sguardo profondo e risoluto che staglia un profilo asciutto e laborioso, da vero missionario. Due soli Oblati, per fare fronte a molte necessità pastorali e comunitarie, a testimonianza che per stare in missione è richiesto un profondo spirito di donazione e sacrificio.
Alla sera, dopo la celebrazione della messa, incontriamo i laici della Famiglia Oblata, un gruppo di una ventina di persone, in maggioranza giovanissimi e giovani. Durante l’incontro si riflette sul significato che l’identità oblata deve rivestire in un laico e si condivide l’esperienza del cammino missionario che questi laici stanno vivendo con entusiasmo e maturità ecclesiale.

Il 20 ottobre si lascia Santa Bárbara per ritornare a Palo Gordo, dove da lunedì a mercoledì, 23 – 25 ottobre, si terrà l’incontro annuale degli Oblati della Missione. E’ per il sottoscritto un viaggio particolare, visto che non mi fermerò in comunità per gli appuntamenti previsti: all’alba sono stato raggiunto dalla dolorosa notizia della morte improvvisa di mio papà. Prendo congedo dalla Missione e dai Confratelli, che ringrazio con tutto il cuore per l’affetto che mi dimostrano e per le premure che mi testimoniano per facilitare, in contatto con padre Adriano alla Procura a Frascati, la mia partenza per l’Italia.
Saluto padre Ismael, che resta per continuare questa visita fraterna che solo la Provvidenza conosceva nel suo destino. Lo ringrazio anche per la sua vicinanza, sincera e amica. Ed è a lui che lascio di completare la cronaca del nostro viaggio.

I giovani in formazione. Da sinistra:
Maro (prenovizio), Yosman, Arturo e Berner (prenovizio)

⇒ A cura di padre Ismael García

Nel pomeriggio di venerdì 20 ottobre, dopo l’Eucaristia, nella Parrocchia della “Purísima”, abbiamo incontrato la famiglia oblata di Palo Gordo. Oltre all’affettuosa accoglienza, mi hanno informato sul loro vissuto di Famiglia Oblata e anche su quanto stanno facendo in occasione del corso sui Martiri Oblati. A seguire, una bella condivisione sulla visita in Uruguay, la realtà della Provincia Mediterranea, la Congregazione, le vocazioni e la situazione del Venezuela. Abbiamo concluso la riunione con un’agape semplice e fraterna, soddisfatti per l’incontro, ma molto rattristati per l’assenza forzata di padre Alberto, che ha dovuto rientrare in Italia a causa della morte del papà.

Avendo accennato alla Famiglia Oblata, mi sembra importante dare alcune informazioni sulla realtà del laicato che partecipa al nostro carisma. Ecco come viene descritta nella relazione presentata dai Nostri: “La Famiglia Oblata in Venezuela è composta da tre gruppi: Palo Gordo, Santa Barbara e Machiques, per un totale di circa 60 persone. I membri si riuniscono una volta al mese, con un programma di comunione di vita e di lavoro. Ogni gruppo appartiene di fatto anche ad altre realtà come, ad esempio, le comunità di base, diversi gruppi ecclesiali, ecc. Le varie attività li vede impegnati anche in Parrocchia, nella catechesi, nella pastorale della salute, ecc. Nell’ambito parrocchiale, spesso si presentano come Famiglia Oblata, soprattutto in occasione di novene, veglie e altre celebrazioni. Attività promosse direttamente dalla FO sono la novena di Sant’Eugenio e alcune iniziative di evangelizzazione, come, a Palo Gordo, la visita a scuole e ad altre istituzioni. Un momento importante è la partecipazione alle missioni di Natale e Pasqua nella Riserva.

Una nota positiva la troviamo nella richiesta di numerosi nuovi membri, desiderosi di entrare nella FO. Sarebbe auspicabile, credo, che ci fossero giovani tra i 25 e 30 anni, disposti a vivere una prima fase come gruppo giovanile per poi entrare nella FO ”.

Il week-end, a Palo Gordo, ha avuto uno svolgimento normale, trovandomi ad aiuta sia per le confessioni dei circa 70 ragazzi che avrebbero ricevuto la cresima in Parrocchia mercoledì 25 Ottobre, sia in altre celebrazioni domenicali. Ho potuto così celebrare e anche conoscere non solo la parrocchia della Purísima, ma anche quella di Jesús Nazareno, dove si era stabilita la prima comunità oblata a San Cristóbal nell’anno 1992, e la nuova Cappella della Divina Misericordia, a Altos de Gallardín, benedetta lo scorso 23 Febbraio.

I laici di Palo Gordo con padre Ismael e padre Sante

Lunedì, 23 ottobre, con la celebrazione eucaristica, presieduta da Mons. Ramiro Díaz, è cominciata l’Assemblea della Missione del Venezuela. Dopo il pranzo, si è letta la “Relazione sulla Missione”, presentata dal P. Javier Álvarez, Superiore, partendo dalla situazione politico-sociale che sta vivendo il Paese e che coinvolge la vita quotidiana. In particolare ha segnalato le difficoltà createsi negli ultimi mesi per gli incontri abituali delle comunità di Santa Barbara e Palo Gordo.

Ricordiamo gli Oblati e le comunità in Venezuela:

  • Palo Gordo – San Cristóbal. Parrocchia e casa di formazione, con 3 Oblati (PP. Sante Ronchi, Rafael Wleklak e Giovanny Nova). Ci sono due prenovizi e altri due in discernimento vocazionale.
  • Santa Bárbara de Barinas. Parrocchia, con 2 Oblati (p. Javier Álvarez e p. Vidal Fuente).
  • Catia La Mar. Parrocchia, con 3 Oblati (Mons. Ramiro Díaz, p. José Manuel Cicuéndez e p. Nené Tasar).

    Sono membri della Missione anche lo scolastico a voti temporanei Jeikov Ramírez Omaña, 25 anni, attualmente allo Scolasticato della Provincia a Vermicino – Roma, e padre Elio Filardo che ha ricevuto la obbedienza per la missione di Venezuela lo scorso agosto.

    In totale: 10 Oblati: 1 Vescovo emerito, 8 padri e uno scolastico.

Sono molto positive sia la missione con i laici e la presenza dei Laici Associati nella missione con gli Oblati. Vogliamo anche ringraziare il Signore per i due prenovizi e i due giovani in discernimento vocazionale. Sono segni di speranza in un ambiente così privo di speranza. Tuttavia, per la pastorale giovanile, si auspica un impegno meglio coordinato.

Si è trattato delle difficoltà economiche in Venezuela, dove l’inflazione galoppante, in questa situazione politica, rende praticamente impossibile il sostentamento della Missione. Ritengono molto positiva la relazione con la Provincia Mediterranea e con la Regione dell’America Latina.
Dopo cena, abbiamo avuto uno scambio fraterno su questioni particolari della Provincia.

L’indomani, sono usciti nuovamente temi già trattati, come economia, prima formazione, pastorale vocazionale, progetti missionari. Abbiamo concluso con la Celebrazione eucaristica, accompagnati dagli Oblati onorari Pedro e Zenaida, e dalla delegata della Famiglia Oblata, Maritza Nova.

Mercoledì 25 ottobre, sono partito con i confratelli per Catia La Mar, in vista del ritorno in Spagna, cominciato il 26 a mezzogiorno e conclusosi ventiquattro ore dopo, passando per Miami (Stati Uniti).

OMI, “specialisti delle missioni difficili!”. Qui, in Venezuela, il grido della Chiesa e dei poveri ci fa comprendere che il carisma oblato è necessario per attuare l’evangelizzazione e, così, svelare a tanti uomini, spesso privi di speranza, che l’amore di Dio attraversa la storia del mondo, muovendo al bene il cammino dell’umanità.

A Maria Immacolata, affidiamo il cammino della Missione oblata in Venezuela, sicuri che non le farà mancare il soffio della sua tenerezza materna.

Frascati, Casa provinciale, 5 novembre 2017

Fraternamente,

Padre Alberto Gnemmi, omi (Provinciale)
e Padre Ismael García Moreno, omi (Vicario provinciale)