Visibilmente emozionato e profondamente colpito. I due atteggiamenti trasparivano con chiarezza sul volto di papa Francesco quando a fine gennaio di quest’anno ha ricevuto i vescovi di Laos e Cambogia in visita ad limina a Roma. Chi era presente riferisce del Santo Padre in atteggiamento di profondo ascolto. Ha chiesto, si è informato con interesse, si è commosso. Con convinzione, nell’omelia della messa a Santa Marta il 30 gennaio aveva affermato che “la più grande forza della chiesa oggi è nelle piccole chiese, piccoline, con poca gente, perseguitate, con i loro vescovi in carcere. Questa è la nostra gloria e la nostra forza oggi”.

Tornano sulle pagine di Missioni OMI le vicende della chiesa cattolica in Laos. Una chiesa minoritaria, provata lungamente e martire. I missionari Oblati di Maria Immacolata hanno dato un contributo notevole alla nascita e allo sviluppo di questa porzione di chiesa, ben oltre l’avvenimento doloroso della chiusura con l’espulsione dei missionari nel 1975. In lunghi e silenziosi decenni mons. Khamsé Vitavong e pochi preti hanno assicurato la presenza eucaristica in quella terra. Reputati stranieri nel loro paese, traditori della patria, i cristiani hanno resistito lungamente, pagando con il carcere, la persecuzione e la vita stessa, la loro fedeltà al Vangelo.

L’articolo di Claudio Bertuccio, missionario oblato in Thailandia, che occupa le pagine centrali di questo numero, ha il pregio di farci conoscere la chiesa, l’evangelizzazione e il lavoro apostolico degli OMI, in una nazione che più di quarant’anni fa ha deciso di isolarsi dal resto del mondo. Convinta che questa fosse la condizione per un migliore sviluppo economico e sociale. I fatti hanno dimostrato il contrario: il Laos è uno dei paesi più poveri e regrediti del sudest asiatico. Ricostruendo la presenza cattolica, e quella significativa degli Oblati, capiamo meglio situazioni e vicende che, come cristiani occidentali e liberi, dobbiamo conoscere e far conoscere. Quando si va una volta in Laos ci si sente investiti di un dovere: far conoscere la storia di questa chiesa, il coraggio di chi ha la stessa fede in Cristo crocifisso e risorto, l’opera instancabile ed eroica dei missionari. Nessuno te lo dà questo compito, esso scaturisce da dentro. Per capire la forza del Vangelo e apprezzare il coraggio di questa piccola chiesa, dimostrato anche nell’osare sognare e realizzare in terra propria la beatificazione dei suoi primi santi. La chiesa del Laos, hanno scritto i vescovi del paese, è ancora “una giovane pianta fragile e bisognosa di trovare dei ‘tutori’, dei solidi appoggi soprannaturali”.

(editoriale di Pasquale Castrilli omi, tratto da MISSIONI OMI 6-7/2017)