Mi immagino che Gesù, soprattutto da quando ha vissuto l’esperienza di perdere il padre, che lo aveva accolto e adottato, deve aver avuto una sensibilità particolare per gli orfani e per le persone rimaste sole. Dice il Vangelo che, quando vide una povera vedova piangere per la morte del suo unico figlio, fu preso da grande compassione (Lc 7,13). Si commosse per quel povero fanciullo senza più il padre e morto prematuramente e forse non poté anche fare a meno di pensare a sua madre Maria e a ciò che avrebbe vissuto quando sarebbe rimasta sola, senza nemmeno lui.

Quando dovette lasciare i suoi discepoli amati e sua madre non poté farlo senza preoccuparsi di come sarebbero rimasti. Non poté non pensare anche a noi, ad ogni volta che ci troviamo a vivere la partenza di qualcuno che amiamo e a quando ci sembra che lui, Gesù, si sia allontanato lasciandoci qui, da soli, a vivere come se non ci fosse.

Per questo ci dice: «Non vi lascerò orfani» (Gv 14,18). Sembra dire: «Mai più orfani in questo mondo!», «Mai più gente sola senza nessuno». Lo dice a chi provoca guerre, a chi causa miserie che conducono a partire per terre lontane e a lasciare i propri cari, a chi spacca le famiglie costringendo i figli a separarsi interiormente tra il padre e la madre. Lo dice anche a me oggi, a te che lo ascolti: «Non ti lascerò orfano! Non ti lascerò orfana!», «Fatti consolare di tutto ciò che hai perso. Vivi la mia presenza in ogni assenza. Vivi nell’amore in cui ti ho lasciato solo per un attimo, giusto il tempo per ritrovarci ancora una volta».

p. Salvatore Franco omi