Frascati, Casa provinciale, 3 dicembre 2016
21° Anniversario della canonizzazione del Fondatore

Carissimi Confratelli Oblati e Laici Associati,

È un Avvento pasquale, questo, per la Famiglia oblata, così come lo fu quello del 2011. Allora, precisamente il 17 dicembre, terza domenica di Avvento, detta “del Gaudete” nel linguaggio liturgico, furono beatificati nella cattedrale di Madrid ben ventidue Oblati, uccisi in odium fidei all’inizio della guerra civile spagnola nel 1936. In questo Avvento sono sei Oblati, cinque francesi e il nostro padre Mario Borzaga, ad essere beatificati l’11 dicembre a Vientiane, capitale del Laos, sempre nella terza domenica, quella appunto “del Gaudete”, di questo tempo liturgico. Interessante anche la data liturgica della memoria dei novelli Martiri, fissata dalla Congregazione per il Culto Divino per il 16 dicembre, ossia il giorno che la tradizione cattolica vuole come inizio della novena di Natale. Che dire di più!

Avvento pasquale, dunque, che ci ricorda che la sperduta Betlemme ha a che fare con Gerusalemme, città santa per eccellenza; che la mangiatoia, forse in legno, ha a che fare con l’albero della croce; che la roccia della grotta di Natale ha a che fare con il pietroso Golgota, luogo dei supplizi infami; che l’innocenza del Bimbo, adorato da pastori e magi, ha a che fare con il Giusto appeso alla croce, disprezzato da scaltri sinedrini e soldati di mestiere. Avvento pasquale, sempre e comunque, visto che ci viene fatta memoria per la nostra fede, fragile e dubbiosa, di un misterioso e infinito amore che si intravvede in un Bimbo che nasce povero, per morire d’amore, in un giorno della parasceve ebraica, per l’umanità di ogni tempo.

Avvento pasquale, anche questo del 2016, che per noi Oblati ha il sigillo, marcato a sangue, dei Martiri del Laos (diciassette in tutto: undici religiosi, sei dei quali Oblati, un sacerdote diocesano e cinque laici), religiosi e laici appassionati del Dio fattosi carne, testimoni del Crocifisso- Risorto che dà vita, condannando la morte nel per-dono di un amore infinito che si annuncia come offerta di vita eterna per tutti. Avvento pasquale, dove questi Martiri ci confermano che per stupirsi gioiosamente davanti al Bimbo della Grotta, bisogna prima meravigliarsi del grido “È risorto!”; che prima di annunciare l’umanità di Dio, a partire da Betlemme, si deve scoprire, grazie alla Pasqua, la divinità iscritta nell’Uomo risuscitato da morte, a riprova che ogni persona custodisce l’immagine dell’Eterno e che, dunque, ne esprime la somiglianza, quando sperimenta una pienezza di umanità, vivendo l’esistenza per e con gli altri.

Amici, andiamo tutti con la fede a Vientiane il prossimo 11 dicembre. Andiamo tutti a Vientiane per partecipare e condividere nella fraternità “l’evento di questo Avvento pasquale”, dove in scena vi sarà il presepe vivente dei Martiri laotiani, per contemplare la più grande e semplice verità: la vita quando è vissuta nell’amore, di Dio e per i fratelli, non muore, ma resta; resta come dono che arricchisce gli altri; resta come un seme che apparentemente perisce, ma che poi, con il tempo, germoglia e porta frutto.

Recita un detto ebraico: “Chi salva una vita, salva il mondo intero”. Per noi cristiani, a proposito dei martiri per la fede, come dei Nostri del Laos, vale un’interpretazione del vangelo che è ben più sconvolgente: “Salva il mondo – e lo trasforma – chi dà la vita nell’amore per gli altri”. E Dio ha fatto questo, nell’incarnazione del Natale, nella redenzione della Pasqua. I martiri fanno questo. Questo hanno fatto i diciassette Martiri del Laos. Ed è questo l’evento di questo Avvento che non dobbiamo perderci.

L’Immacolata, nostra Madre, porta dell’Avvento, ci dia la gioia di porre lo sguardo sull’evento della beatificazione a Vientiane per lasciarci stupire da questi testimoni della fede cristiana. E per esserlo anche noi, per un Avvento che non tradisca mai la verità della Pasqua. Verità di Dio, verità per noi.

Nella gioia di appartenerGli,
con lo sguardo della fede posto sul mistero dell’incarnazione di Betlehem,
che si rinnova nella Pasqua di Vientiane,
vostro fratello, padre Alberto Gnemmi, omi (Provinciale)