Carissimi Confratelli Oblati, Consacrate e Laici della Famiglia Oblata,

Sono tante le cose nelle quali, a volte anche ingannandoci, riponiamo la speranza della nostra gioia, ma non c’è nessun tipo di gioia paragonabile a quella che nasce dalla consapevolezza di essere amati da qualcuno.

Con questa certezza l’apostolo Paolo scrive ai cristiani di Filippi: 

Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi. La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù (Fil 4,4).

La festa del Natale, della venuta del Dio con noi, è la memoria viva del desiderio che Dio ha di esserci vicino e di fare per noi e con noi cose meravigliose; venendo ci riempie di doni di cui il primo è che da Salvatore potente, ci rinnoverà:

Gioisci, figlia di Sion, esulta, Israele, e rallegraticon tutto il cuore, figlia di Gerusalemme! (…) Il Signore tuo Dio in mezzo a te è un salvatore potente. Esulterà di gioia per te, ti rinnoverà con il suo amore, si rallegrerà per te con grida di gioia, come nei giorni di festa” (Sof 3,14 ss).

Forse tutti sentiamo il desiderio di voler cambiare, di voler essere diversi perché non ci accontentiamo di come siamo e di come viviamo. Il cristiano di per sé non dovrebbe accontentarsi fino a che non potrà dire con s. Paolo “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (Gal 2,20). E chi potrà mai fare questo miracolo? Il nostro impegno sicuramente, ma fondamentalmente l’azione graziosa di Dio che venendo ci trasforma. E lo fa perché mosso dall’amore. Venendo, se lo accogliamo, il Signore ci rinnoverà facendoci diventare il meglio di quello che siamo, ci farà brillare nella singolarità della nostra bellezza, dandoci occhi per intravedere anche la singolare bellezza dei fratelli che ci sono accanto.

La venuta e la vicinanza del Signore in mezzo a noi non solo porta in dono il rinnovamento da noi tanto atteso per noi stessi, ma ha anche la forza per trasformare l’ambiente naturale e relazionale nel quale ci troviamo rendendolo fruttuoso per tutti:

Voi, figli di Sion, rallegratevigioite nel Signore vostro Dio, perchè vi dá la pioggia in giusta misura, per voi fa scendere l’acqua, la pioggia d’autunno e di primavera, come in passato. Le aie si riempiranno di grano e i tini traboccheranno di mosto e d’olio (…). Mangerete in abbondanza, a sazietà, e loderete il nome del Signore vostro Dio, che in mezzo a voi ha fatto meraviglie (Gio 2,21-27).

In questo frangente storico in cui l’ecologia sembra soffrire come mai prima, e dove sono evidenti gli squilibri sociali, potremmo chiederci se questa promessa di Dio non sia pura fantasia. A Dio tutto è possibile, anche trasformare il deserto in campi ricchissimi di grano a beneficio di tutti per un suo intervento straordinario; la promessa di cui Gioele parla si realizza, però, in via ordinaria, lì dove vive una comunità umana non ripiegata sui propri egoistici interessi. Come comunità di credenti, di quegli uomini rinnovati dall’amore di Dio, non possiamo non avvertire l’urgenza dell’impegno e della testimonianza nel custodire l’ambiente, nostra casa comune, e del condividere quello che siamo e quello che abbiamo manifestando gli effetti benefici che ne derivano (cfr. Atti 4,32-35, sp. vv. 34s)[1]

Maria ci insegni a saper accogliere in noi e in mezzo a noi Colui che è la causa della nostra gioia, Gesù, per sperimentare la forza trasformante che porta in Sé.

Ricordiamoci di pregare sempre gli uni per gli altri.

Auguri di buon Natale e felice Anno nuovo

p. Gennaro Rosato omi
Superiore provinciale


[1]Papa Francesco ha dedicato a questo tema una delle ultime catechesi: http://w2.vatican.va/content/francesco/it/audiences/2018/documents/papa-francesco_20181107_udienza-generale.html