FEMOR (Fondazione per educazione e menagement in ortopedia) inizia la sua avventura umanitaria nell’agosto 2014, diventando voce e poi mani, piedi e cammino nel Congo profondo. L’idea della missione in Congo muove dal desiderio del presidente di FEMOR, il dr. Michele Saccomanno di fare qualcosa per l’Africa, unitamente all’appassionato interesse per le terre congolesi della cooperante Barbara Musciagli. Una combinazione dalla quale prende forma la possibilità di organizzare una formazione in ortopedia totalmente gratuita per i medici congolesi che spesso non hanno la possibilità di specializzarsi e per promuovere nella popolazione la tutela del diritto alla salute.

FEMOR e gli Oblati

La familiarità con i Missionari Oblati di Maria Immacolata si fa presente in un doppio legame, quello di Barbara, per la collaborazione in un progetto con gli Oblati risalente al 2010 e quello del dr. Federico Santolini, vice presidente di FEMOR e fratello di p. Giovanni Santolini, Oblato di Maria Immacolata che aveva svolto la sua missione proprio a Kinshasa, in Congo. Ancora un Santolini in missione, ancora un Santolini in Congo, come un’opera in sospeso che attende di essere compiuta.

Il primo contatto tra FEMOR e gli Oblati è p. Macaire Manimba, ex provinciale degli Oblati in Congo, che farà da ponte tra FEMOR e il Paese. In particolare il supporto della famiglia oblata si fa necessario per i contatti relativi al visto e nella mediazione tra la cultura congolese e quella italiana. I volontari della missione, inoltre, trovano appoggio alla guest house (pensione) di St. Eloi, centro oblato collocato nel cuore della città di Kinshasa.

I primi passi

La missione umanitaria di FEMOR ha una durata di due settimane e si svolge due volte l’anno a Idiofa, un villaggio a 700 km dalla capitale. In due anni sono stati formati circa 60 tra medici ed infermieri per patologie quali piede torto, ginocchia vare e valghe, osteomieliti. Inoltre lo scorso anno, nei mesi di giugno e luglio, FEMOR ha offerto uno stage ad un medico congolese nel reparto di orto- pedia di un ospedale italiano e si propone di incentivare questa esperienza per il futuro, prolungandone la durata da due a sei mesi. L’operato dei medici di FEMOR, in sinergia con medici congolesi di Idiofa, ha offerto a 50 bambini la possibilità di camminare autonomamente e un futuro lontano dalla disabilità. FEMOR non si propone di offrire pura assistenza, ma vuole garantire la conoscenza, la tecnica e la professionalità ai medici del territorio.

Il riferimento di FEMOR in Congo è l’ufficio diocesano delle opere sanitarie di Idiofa che coordina l’azione della fondazione con il coinvolgimento di tutti i medici presenti sul territorio. La diocesi di Idiofa e la Caritas offrono a FEMOR grande supporto, oltre al coordinamento generale quando gli operatori sono in loco.

Una strada in salita

Le difficoltà sopravvenute sin dalla prima missione sono state innumerevoli. Prima tra tutte la grande distanza tra la capitale ed Idiofa, dove neanche la strada asfaltata è in buone condizioni. I volontari della missione hanno dovuto riadattarsi ad uno stile di vita lontano da quello europeo e fare i conti con i disagi legati alla mancanza di acqua, all’assenza della corrente elettrica, cosi come al clima caldo e alla stagione delle piogge. Un grave problema riscontrato è la deficienza di un’organizzazione adeguata nella gestione della formazione e l’uso inappropriato della sala operatoria dell’ospedale generale. L’equipe medica congolese vive alla giornata e non è abituata a pianificare l’approvvigionamento del materiale sanitario. Le farmacie più vicine si trovano a Kikwit a 150 km, questo comporta ritardi che talvolta si protraggono anche per una settimana.

La fornitura elettrica dell’ospedale è garantita dalla diga diocesana, ma spesso mancano i fondi per poter mettere in funzione il generatore che causa continui rinvii delle operazioni chirurgiche e l’impossibilità di poter sterilizzare gli strumenti. Altra questione importante è la mancanza d’igiene, la sala operatoria non corrisponde a nessun requisito di asetticità. Il materiale sanitario è spesso di bassa qualità, i gessi per esempio si rompono. Per ovviare questo problema nelle ultime due missioni FEMOR ha provveduto anche alla fornitura dei prodotti sanitari.

L’approccio con la popolazione e la cultura popolare, legata a superstizioni, all’esistenza dell’animismo, si è rivelato il compito più arduo. La popolazione predilige le cure della medicina tradizionale, con l’uso di erbe, legate alle antiche credenze e molto meno care delle cure farmacologiche.

Camminare con le proprie gambe

Le prospettive di FEMOR guardano alla possibilità di investire in opere di sviluppo in Congo. Tra le varie iniziative è al vaglio un contatto con l’ospedale di Vanga, al fine di rendere la formazione sempre più qualificata.

Attualmente FEMOR si sta impegnando per la costruzione di una sala operatoria a Idiofa (per un costo preventivato di 50mila euro), perché diventi un centro ortopedico di riferimento ed il malato non sia costretto a raggiungere la capitale per curarsi. In soli due anni di missione, tanti passi sono stati mossi grazie all’impegno di FEMOR in Congo. Una terra in cui la bellezza muore ogni giorno nella drammaticità di un quotidiano in cui è faticoso dire “vita”. Ma il Congo profondo è proprio questo, un luogo che mette in discussione il più banale dei gesti, che ribalta la scala dei valori, che porta scompiglio e disordine, che svuota e riempie d’altro. È allora che si ricomprende il senso di “profondità” nelle cose più semplici, che, se da una parte del mondo sono scontate, dall’altra parte, che siano una medicina, un bicchiere d’acqua o un sorriso, assomigliano ad un miracolo.

(di Roberta Raso, Tratto da Missioni OMI 3/2017)

COS’È IL FEMOR

FEMOR (Fondazione per educazione e menagement in ortopedia) è stata fondata nel 2003 e opera in tutta Italia. Ha come mission il perseguimento esclusivo della finalità della ricerca scientifica in campo sanitario e sociale e promuove attività di cooperazione internazionale e iniziative idonee a favorire un organico contatto con operatori e organismi nazionali ed internazionali nell’ambito della diffusione e promozione della cultura del menagement sanitario.

LA SANITÀ IN CONGO
L’assistenza sanitaria in Congo è del tutto inadeguata. Le strutture sanitarie locali e le condizioni igienico sanitarie sono particolarmente carenti sotto ogni profilo. Sono attivi circa seimila medici, con pochissimi specialisti, per una popolazione di 71 milioni di abitanti. Secondo l’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) il personale medico sanitario totale (meno di un terzo del personale che servirebbe per avere una copertura minima) è costretto a lavorare in condizioni indecenti. Gran parte della popolazione non ha accesso ad alcun tipo di assistenza medica di base.

COME SOSTENERE IL PROGETTO DI FEMOR IN CONGO
Al progetto e alla missione possono unirsi tutti i medici ortopedici d’Italia disponibili a collaborare con FEMOR, contattando la Nuova ASCOTI o direttamente FEMOR alla mail femorcongo@gmail.com. Le associazioni o i privati che vogliono partecipare al progetto possono farlo attraverso raccolta fondi e donazioni a FONDAZIONE FEMOR
(c/c Banca Apulia Agenzia Brindisi IT34P057871590003257004465).