Dal 4 all’11 maggio 2025, la missione popolare ha invaso le strade di Somma Vesuviana (NA), in particolare il territorio delle tre parrocchie di S. Pietro, S. Michele e S. Giorgio.
Preparato e animato dai Missionari Oblati di Maria Immacolata della comunità di San Prisco, questo momento straordinario di evangelizzazione ha coinvolto tantissime componenti della Famiglia oblata, della zona campana e non solo.
La richiesta di vivere un momento di missione è nata proprio dal desiderio di alcuni giovani del Movimento Giovanile Costruire di Somma, in dialogo con il parroco, don Nicola De Sena.
Dallo scorso settembre, poi, a don Nicola è stato affiancato don Rolando Liguori, e le parrocchie a lui affidate sono passate da due a tre; la missione, quindi, è stata anche uno strumento per aiutare sempre di più le persone a sentirsi parte di un’unica comunità.
Nella preparazione della settimana celebrativa della missione, un ruolo significativo l’hanno rivestito i laici dell’AMMI di Somma Vesuviana e della zona campana, che hanno svolto lavoro di grande afflato missionario, perché tutto potesse svolgersi nel migliore dei modi, ma soprattutto per gestire l’accoglienza di chi arrivava da fuori. Dai pasti all’ospitalità, dalla ricerca dei luoghi per i centri d’ascolto che, come sempre, si sono svolti nelle case, tutto è stato organizzato con tanta dedizione ed una grande intensità. Il risultato è stata una settimana di vita comune, di preghiera, di canti, balli e spensieratezza, sempre con lo sguardo rivolto ai lontani, sempre con nel cuore il desiderio di giungere lì dove normalmente, nella pastorale ordinaria, non s’arriva.
Tanti i momenti ‘alti’ della missione, in particolare mi piace sottolineare la serata del venerdì, quando fino a tardi, nella Collegiata, ovvero la chiesa situata al centro dei luoghi della movida sommese, i missionari sono usciti nelle strade e centinaia di persone, giovani e meno giovani, sono entrati in chiesa per un momento di preghiera, per fermarsi davanti a Gesù Eucarestia, per fare due chiacchiere con un sacerdote e anche per confessarsi. Bella anche la festa del sabato sera, con i Tulom – storica band della zona che da sempre accompagna la vita e la missione oblata – a scandire le note di una gioia che, ormai, aveva già contagiato tantissime persone della comunità e della città.
“La cosa bella di questa missione è stata sentirsi comunità di battezzati che evangelizza”: così ci ha raccontato suor Cristina, delle suore discepole di Gesù Eucaristico, di origini filippine e da quasi 15 anni in Italia. In effetti, al di là degli Oblati, l’equipe missionaria era davvero un piccolo spaccato di Chiesa che si mette a disposizione del mondo, per annunciare il Vangelo. Giovani, adulti, laici dell’AMMI e della Famiglia oblata, consacrate, suore, provenienti da varie parti d’Italia e non solo: tutti insieme per riscoprire insieme chi è Gesù, e che forza può avere quando è vivo tra noi e gli diamo lo spazio del nostro quotidiano.











