Quando mons. Marcello Zago, allora superiore generale dei Missionari Oblati di Maria Immacolata, decise nel 1997, insieme al suo consiglio, di avviare la causa di beatificazione degli Oblati martiri in Laos, probabilmente non pensava a come si sarebbe sviluppato il cammino della causa. Tantomeno al momento in cui il processo sarebbe arrivato a conclusione. In affetti l’iter della causa di beatificazione dei 17 martiri che sono stati proclamanti beati lo scorso 11 dicembre a Vientiane, capitale del Laos, ha attraversato periodi di lavoro, pause, discernimenti. Per arrivare alla dicitura “beato Joseph Tién, sacerdote e compagni martiri”. Il capofila è un prete diocesano laoziano vissuto tra il 1918 e il 1954. Tra i compagni martiri: 6 Missionari Oblati di Maria Immacolata (OMI), 5 missionari della Missione estera di Parigi (MEP) e 5 catechisti laici del Laos. Tra i sei Oblati c’è un italiano, p. Mario Borzaga, trentino classe 1932, ucciso nel 1960. Aveva quasi 28 anni quando donò la vita accompagnato in questa sorte dal giovane catechista Paolo Thoj Xyooj. La comprensione degli scritti e dell’animo di p. Borzaga ci fa intuire che la misura autentica della fede è il dono totale di sé ad immagine di Cristo Salvatore. La conoscenza della figura di questo missionario, timido, musicista, poeta, si è sviluppata negli ultimi decenni sul territorio italiano e altrove nel mondo. Il libro Romanzo D’Amore pubblicato nel 2015 ha contribuito a far conoscere ancora di più la vicenda umana e cristiana del giovane missionario. Oggi lo guardiamo come esempio, modello e intercessore. Insieme agli altri martiri tra i quali cinque oblati di nazionalità francese: p. Louis Leroy, p. Michel Coquelet, p. Vincent L’Hénoret, p. Jean Wauthier, p. Joseph Boissel. I volti, i canti, le parole della celebrazione di domenica 11 dicembre 2016 rimarranno a lungo nei nostri occhi. Le emozioni a Vientiane, dove nella chiesa del Sacro Cuore si è svolta la cerimonia di beatificazione, sono state genuine. Anche nei giorni precedenti e successivi abbiamo respirato un clima di serenità e una moderata libertà. Il senso di missione incompiuta e di rabbia che per lunghi anni ha segnato i ricordi degli Oblati lascia oggi spazio ad una consapevolezza nuova. Il volto e le energie fresche dei giovani di questo paese: i preti, le suore, i ragazzi, il dialogo con le autorità che favorisce piccole aperture, la paternità dei responsabili ecclesiali, fanno sperare in un futuro migliore. I martiri accompagneranno il cammino di questa giovane chiesa provata duramente negli anni.

(editoriale di Pasquale Castrilli omi, tratto da MISSIONI OMI 1-2/2017)