Playa Pascual, Ciudad del Plata (Uruguay), domenica, 15 ottobre 2017

Carissimi Confratelli Oblati e Laici Associati,

Vi scrivo per condividere alcune impressioni sulla mia terza visita alla Delegazione dell’Uruguay nella veste di Provinciale, iniziata lo scorso 5 ottobre e che oggi si conclude. Com’è stato per l’ultima visita nell’ottobre del 2015, è con me padre Ismael García, Vicario provinciale, con il quale condivido i momenti di incontro con i Confratelli della Delegazione, con i Laici Associati e con la gente che partecipa alla vita delle comunità cristiane dove i Nostri svolgono il ministero.

Innanzitutto, esprimo una considerazione che in qualche modo può illustrare il momento storico che vive la Missione oblata: verosimilmente, questa visita si presenta come l’ultima di un Provinciale alla Delegazione, visto che dal prossimo mese di febbraio (salvo cambiamenti dell’ultima ora che mai sono da escludere) l’Unità provinciale dell’Uruguay, con una storia canonica lunga esattamente quarant’anni, entrerà a far parte di una nuova Provincia, che sulla carta porta il nome di “Provincia Cruz del Sur”. Infatti, la Delegazione costituirà questa nuova Unità della Congregazione, insieme con le due Province di Argentina-Cile e del Paraguay.

La nuova Provincia, che potrà contare su un’ottantina di Oblati, ha già il suo primo “Provinciale nominato”, scelto dal Padre Generale in Consiglio lo scorso 22 settembre, che è padre Jorge Albergati, 54 anni, dal 2013 superiore della Delegazione uruguagia.

Così, da queste righe, a nome di tutti voi della Famiglia Oblata della nostra Provincia, sento di esprimergli gli auguri più affettuosi per questa avventura che lo attende, carica di responsabilità e di tante sfide e progetti per continuare e intensificare l’azione di evangelizzazione nel Sud del Continente latinoamericano.

Credo che sia significativo sottolineare come la missione in Uruguay trovi la sua radice storica e il suo sviluppo proprio in quella che è ora la Provincia Mediterranea. Infatti, nell’agosto del 1930, i primi Oblati che entrarono nel Paese furono gli spagnoli p. Emiliano Díez e p. Jesús Calleja e l’italiano Pietro Centurioni, ai quali si aggiunsero poco dopo gli spagnoli p. Alvaro Vega, p. Daniel Franco, fratel Alvino García e fratel Santiago Martínez. Questa bella squadra, legata alla Provincia del Texas, dalla quale dipendeva il territorio spagnolo, dopo aver iniziato la prima missione nella regione di Salto, darà vita, prima, ad un’esperienza missionaria a Paso de los Toros e a San Gregorio de Polanco nella regione di Tacuarembó, situata nel centro del Paese; successivamente, nel ’39, nella zona del Cerro, alla periferia di Montevideo, dove nascerà la missione di San Rafael. A questi primi Oblati, si unirono altri Oblati spagnoli e, nei primi anni cinquanta, l’italiano p. Donato Cellie. Nel marzo del ’72, quando gli Oblati spagnoli erano poco meno di dieci, quattro Oblati italiani raggiunsero l’Uruguay, inserendosi nella Provincia dell’Argentina: p. Giuseppe Borghese (in Argentina dagli anni cinquanta), p. Carlo Mattiussi, p. Antonio Alberti e fratel Carmine Scognamiglio. Nel dicembre ’76, mentre continuavano il loro apostolato gli Oblati spagnoli p. Florencio Dominguez e p. Jesús Isaso, arrivarono nel territorio uruguagio altri quattro Oblati italiani reduci dal Laos: p. Bramante Marchiol, p. Luigi Sion, p. Angelo Pelis e p. Mario Biffi, raggiunti, nel marzo del ’77, dai padri Rino Martignago e Mario Gazzola, anche loro provenienti dalla missione laotiana. In quello stesso anno, mentre gli ultimi Oblati spagnoli lasciano il territorio uruguagio (p. Dominguez andrà in Argentina e p. Isaso rientrerà in Spagna), dopo alcune trattative tra la Provincia dell’Argentina e quella dell’Italia, l’8 febbraio 1978 nasce la Delegazione dell’Uruguay della Provincia d’Italia.

Se nel febbraio del prossimo anno nascerà la Provincia Cruz del Sur, la Delegazione terminerà canonicamente di esistere esattamente al compimento dei suoi quarant’anni. Ad ogni modo, tanti o pochi che siano, questi quattro decenni, così come quelli che li hanno preceduti con la presenza di numerosi Oblati spagnoli, resteranno come il lievito prezioso che fermenta quel pane sempre nuovo del vangelo, che, di sicuro, gli Oblati della nuova Provincia continueranno ad impastare per nutrire la fede cristiana di coloro che sentono di avere fame di amore e riconciliazione, di fraternità e condivisione, di valori che danno senso alla vita e di verità che additano la dimensione eterna come pienezza dell’esistenza umana. Come ci sussurra l’evangelo, “il seme che muore nella terra buona porta frutto”: la presenza oblata spagnola in terra uruguagia dal 1930 e la storia della Delegazione dell’Uruguay, che ne è seguita dal ’78 ad oggi, portano a compimento un cammino missionario, caratterizzato da un fecondo apostolato, carico di parole e gesti evangelici, che non potrà che rigenerarsi nel solco della storia della nostra Congregazione, attraverso la nuova realtà della Provincia Cruz del Sud.

Questa consapevolezza “dell’antico che lascia spazio al nuovo”, ossia della trasformazione che avverrà nella missione oblata con la nascita della “Provincia Cruz del Sur” nel Continente latinoamericano, è stata discussa e condivisa con gli Oblati della Delegazione durante una giornata di ritiro spirituale, svoltosi lunedì, 9 ottobre, presso l`Istituto religioso “Familia Myriam Bethlehem” nella cittadina di Villa Rodriguez, distante un’ottantina di chilometri da Montevideo. Nel confronto, sul tema specifico dell’unificazione, si sono evidenziati soprattutto i vantaggi che godrà la missione: maggiore possibilità nell’interscambio del personale; condivisione di risorse e di proposte nelle diverse attività apostoliche; un nuovo impulso, soprattutto in Uruguay, per la pastorale giovanile; una qualificazione migliore delle iniziative di governo e di formazione, in particolare di quella permanente.

Brevemente, a queste notizie, voglio aggiungere, a mo’ di diario, alcune note sulla situazione attuale della Delegazione uruguagia, mettendone in evidenza i protagonisti, veri testimoni del nostro carisma.

Inizio questo breve excursus, partendo dalla comunità oblata del Cerro, nella periferia di Montevideo, dove gli Oblati sono presenti dal 1939, avendo la cura pastorale di un territorio parrocchiale molto esteso con una popolazione di circa ottantamila abitanti. Superiore della comunità è padre Mario Gazzola, 72 anni ben portati, con circa 45 anni di attività missionaria sulle spalle tra Laos e Uruguay. Della parrocchia di San Rafael, è parroco padre Luigi D’Angelo, classe 1961, dinamico, vicino alla gente, anche bizzarro, dunque imprevedibile; attivo e stimato come educatore ed insegnante presso il centro educativo Talitakum. Altro membro è fratel Alberto Sartorio (34 anni), uruguagio, che svolge la professione di Assistente sociale presso il Ministero dello Sviluppo Sociale e dando un apporto significativo nell’ambito della pastorale giovanile della parrocchia. Due le realtà sociali che sono legate alla missione oblata: l’Istituto scolastico San José, con 200 alunni dalla scuola materna a quella elementare (sei anni di corso) e il centro educativo Talitakum, nato dieci anni fa su richiesta della gente del Cerro per dare una risposta educativa, ma anche una preparazione professionale in alcuni mestieri che facilitano l’ingresso nel mondo del lavoro, agli adolescenti che, per le più diverse ragioni sociali, abbandonano precocemente la scuola. Il Centro si presenta come un’intuizione riuscita, che testimonia come i percorsi di promozione umana camminino di pari passo con la dimensione religiosa della missione.

Qui al Cerro, in una modesta abitazione, vivono anche le nostre consorelle del COMI Andreina Gambardella e Isabella Leboso, uruguagia, impegnate in attività sociali e di promozione umana.

Con mezz’ora di macchina, si raggiunge Playa Pascual, un modesto insediamento urbano che è parte della città di Ciudad del Plata, dove si trova una delle due case che formano la comunità “Martires Oblatos”.

A quasi venti chilometri da qui, si trova l’altra casa oblata, situata nella città di Libertad, località di circa diecimila abitanti, appartenente con Playa Pascual alla diocesi di San José de Mayo. Brevemente presento i membri della comunità, anche se le loro biografie sono note a tutti. A Libertad, svolge il ministero padre Jorge Albergati, superiore della comunità e parroco della Parrocchia “Nuestra Señora de los Dolores y de San Isidro”, in attesa del trasferimento in una casa provinciale (Buenos Aires?) come “Provinciale nominato” della nuova Provincia Cruz del Sur. A Playa Pascual vivono i padri Antonio Messeri, 47 anni, flemmatico e burlone, che la parlata non tradisce la sua provenienza toscana, e Giuseppe Calderone, classe 1984, calmo e riflessivo, entrambi impegnati nella pastorale parrocchiale della Parrocchia San José Obrero.

Nella giovane missione di Rodó, nella Diocesi di Mercedes, regione di Soriano, sono attivi i padri Giuseppe Palumbo, molisano di Frosolone, anche eccellente pizzaiolo, in Uruguay dal ’91, e Stefano Cartabia, 45enne, di origine milanese, autore di due bei libri di teologia. Entrambi sono impegnati nella pastorale parrocchiale e nella predicazione in Diocesi.

Un’esperienza singolare, tanto breve quanto intensa, ma che ha lasciato il segno sia nel sottoscritto come in padre Ismael, è stata la visita di un giorno alla comunità oblata di Virrey del Pino, nella Diocesi di Gregorio de Laferrere, nella periferia di Buenos Aires, a trenta chilometri di distanza dal centro della capitale argentina. Qui abbiamo incontrato il nostro scolastico uruguagio Fernando Berrutti, che da poco meno di un mese ha iniziato l’anno di stage. Con lui vivono p. Sergio Menegoni (origini venete, padovane per l`esattezza), superiore della comunità e responsabile del centro “Refugio San Eugenio” (un luogo di accoglienza giornaliero per adolescenti e giovani del territorio che offre diversi percorsi educativi e di integrazione umana, attraverso attività ludiche, ricreative, proposte spirituali e di catechesi) e il diacono brasiliano Klever Farias, che con novembre conclude il suo anno di stage, passando il testimone al nostro Berrutti. E’ membro della comunità anche padre Antonio Mariangeli, provinciale della Provincia Argentina-Cile. Poco distante dalla comunità, si trova la parrocchia oblata “Nuestra Señora de Lourdes”, animata dal parroco Manuel Pérez Herrera, un cileno di 61 anni, e p. Omar Friedrick, argentino e vicario parrocchiale. In questo territorio di Villey, da un anno, vive Veronica Amaro, una COMI uruguagia, impegnata nelle attività educative e pastorali della parrocchia e presso il centro educativo “Rifugio San Eugenio”.

Mentre scrivo, sono in attesa di p. Ismael, ancora a Libertad per la celebrazione eucaristica vespertina della domenica. Una cena, con un’abbondante pasta alla carbonara a Playa Pascual, preparata dallo chef p. Calderone (“nomen omen”), rappresenta un momento di gioiosa fraternità, prima di raggiungere l’aeroporto di Montevideo alla volta di Caracas (Venezuela) via Panama.

Qualcuno scherza, ma dicendo il vero: “Un Provinciale se ne va, ma uno resta”. Comunque, gli auguri al Provinciale (ancora solo nominato) della nuova Provincia Cruz del Sur e ai suoi membri, rivolti dai due viandanti europei della Provincia Mediterranea, sono sinceri e fatti a nome dell’intera Famiglia oblata: “Ad Multos Annos, Provincia Cruz del Sur!” E che Maria Immacolata vi protegga e vi accompagni in questa nuova avventura evangelica. Sempre a servizio della Chiesa e del Regno di Dio.

A nome anche di padre Ismael García, Vicario provinciale,

vostro fratello, padre Alberto Gnemmi, omi (provinciale)