Tratto da MISSIONI OMI 11/2015

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Centenario della morte di Joseph Gérard OMI

I Missionari Oblati di Maria Immacolata del Lesotho hanno appena concluso le celebrazioni per il centenario della morte del beato Joseph Gérard OMI. In questa occasione mons. Gerard Lerotholi, arcivescovo di Maseru, ha scritto che l’apostolo di Basuto “lascia un’eredità di santità e la semplicità della vita. Egli incarna i valori religiosi oblati e il carisma del Fondatore. È il miglior esempio di ciò che significa essere Oblato. Egli, infatti, è stato una brava persona, un uomo di preghiera. Ha vissuto radicalmente i suoi voti. E’ stato un missionario interamente dedicato al suo compito, un apostolo in quanto ‘mandato’. È stato inviato in Lesotho e non è più tornato al suo paese natale, la Francia. È morto nel suo paese d’adozione nel 1914” ed è stato beatificato da Giovanni Paolo II il 15 settembre 1988.

(fonte: omiworld.org)

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Incontro della Gioventù oblata

L’edizione 2015 dell’Incontro della Gioventù oblata indonesiana (TERAMO), tenutosi dal 25 al 30 giugno nel nord del Borneo, ha riunito 472 partecipanti provenienti da 10 parrocchie oblate. Altre due parrocchie vicine, Mensalong e Sebuku, fondate dagli Oblati e poi consegnate alla diocesi, hanno aderito all’iniziativa. Ad aprire TERAMO (teramo-indonesia.org) secondo la tradizione della cultura tribù locale Tidung, c’era mons. Yustinus Harjo Susanto, MSF, arcivescovo di Samarinda, insieme all’amministratore apostolico della diocesi di Tanjung Selor e a p. Antonius Rajabana, orovinciale degli Oblati d’Indonesia. Alla prima celebrazione eucaristica hanno partecipato anche altri sacerdoti diocesani, segno del sostegno da parte della chiesa locale nei confronti della manifestazione giovanile. Il programma è stato improntato sul tema “Uno spirito nuovo che si esprime nella compassione per i poveri”. I seminari e gli incontri di gruppo per la condivisione della fede sono stati guidati dai laici, mentre p. Antonius Rajabana ha aiutato i partecipanti a riflettere sullo spirito e i valori Oblati. L’incontro si è concluso con la celebrazione eucaristica presieduta da p. Rajabana il quale, nell’omelia, ha cantato una canzone indonesiana dal titolo “Sampai Akhir” (Fino alla fine) per dire che gli Oblati si impegnano a camminare sempre con i giovani, ad accompagnarli e a sostenerli. Dopo la messa la fiaccola di TERAMO è stata consegnata al distretto OMI di Balikpapan (Borneo orientale) che organizzerà il prossimo incontro della Gioventù oblata nel 2019.

(fonte: omiworld.org)

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Le nuove attività del Centro la Famiglia

Sarà la Sala del Giogo, inaugurata poco prima dell’estate dal Centro La Famiglia per essere luogo di pace, incontro e confronto per le coppie di sposi e le famiglie in crisi, a ospitare le nuove iniziative di formazione in programma per il nuovo anno pastorale. Due, in particolare, i percorsi proposti in questa “oasi”, con una chiesa dove poter pregare e una tavola dove riunirsi per parlare, aperta nella casa dei Missionari Oblati di Maria Immacolata, in via dei Prefetti 34 a Roma.

La prima iniziativa ha preso il via sabato 10 ottobre. Destinatarie: le coppie di sposi che desiderano riscoprire la bellezza del matrimonio e crescere nel loro rapporto attraverso la conoscenza di sé, dell’altro e di Dio, in relazione al sacramento celebrato. A fare da filo conduttore, il tema “Famiglie al centro. La Misericordia visita la tua casa”. In calendario una serie di incontri mensili fino a giugno 2016 guidati dal presidente del Centro p. Alfredo Feretti; al centro, appunto, il tema della misericordia, ma anche quello del dono del corpo e della vita.

Nel mese di ottobre è partito anche il secondo percorso mensile, sul tema “Rafforzare la capacità di amare”, dedicato a quanti si trovano in situazione di separazione e divorzio o vivono nuove unioni. È iniziato domenica 11 ottobre, sempre con la guida di p. Alfredo, che spiega: “La ferita della separazione domanda sempre la ricostruzione della nostra capacità di amare. E questa è anche la risposta alla domanda profonda di senso che sembra vacillare nei momenti più difficili”.

(fonte: www.romasette.it)

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Primi passi dell’AMMI

Nel suo primo anno di vita l’Associazione Missionaria Maria Immacolata (AMMI) del Congo si è dedicata soprattutto all’ampliamento del numero degli associati e al consolidamento dei gruppi esistenti. Finora i soci sono 107 e si prevedono nuove adesioni mediante il coinvolgimento di altre parrocchie oblate. È ormai conclusa la fase di studio dei progetti di autofinanziamento. I primi due saranno lanciati a Kinshasa e Kikwit entro la fine del 2015. Si lavora anche al regolamento interno che, dopo essere stato elaborato, discusso e approvato, in questo mese è stato sottoposto al Consiglio provinciale. Inoltre si intende proporre di migliorare il programma stabilito dall’assemblea generale tenutasi l’11 e il 12 luglio 2014.

(fonte: omiworld.org)

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Veglia di preghiera per i rifugiati

Domenica 13 settembre, nella chiesa dei Martiri Oblati a Pozuelo, si è svolta una veglia di preghiera per i profughi di Siria e Iraq ispirata alla traccia di riflessione “Ospitalità e giustizia” proposta dalla Conferenza spagnola dei religiosi di Madrid. Alla veglia vi hanno preso parte un gruppo di persone che di solito frequentano la chiesa nei giorni festivi, alcuni giovani di Aluche e le suore di San Giuseppe di Cluny. È stato significativo sentirsi solidali con le migliaia di persone che fuggono dal loro paese e cercano rifugio in Europa.

(fonte: nosotrosomi.blogspot.com)


Appello per l’accoglienza dei migranti

“Invitare a prendere in seria considerazione, con coraggio e, in pari tempo, con prudenza evangelica, l’appello del papa, perché “ogni parrocchia, ogni comunità religiosa, ogni monastero, ogni santuario d’Europa ospiti una famiglia (di profughi, ndr)”. Lo scrive p. Alberto Gnemmi in una lettera circolare dello scorso 7 settembre indirizzata alla famiglia oblata. Facendosi eco dell’appello di papa Francesco per l’accoglienza dei profughi il superiore provinciale suggerisce che “ogni nostra comunità, così come ogni parrocchia dove siamo presenti, debba ascoltare in profondità quest’appello e compiere un sincero discernimento. Per questo, invito i parroci a consultare i confratelli di comunità, i consigli parrocchiali, gli uffici delle curie diocesane preposti per i migranti, le parrocchie della medesima vicaria o settore, per giungere ad una decisione concreta e condivisa”.  P. Gnemmi facendo riferimento all’anno del triennio oblato in preparazione al bicentenario della congregazione che tocca il tema della povertà evangelica afferma che esso “offre l’opportunità – non facile, ne sono profondamente consapevole – di essere interpellati su come dare forma nelle opere di carità alle tante parole evangeliche che ci rivolgiamo per la nostra conversione interiore”. Nella circolare il provinciale invita ad interagire “con gli altri Istituti religiosi presenti sul territorio (magari l’iniziativa può concretizzarsi in collaborazione con altri Istituti che operano nella stessa Diocesi o nel territorio limitrofe, condividendo anche i costi economici), e con le chiese particolari nelle quali siamo inseriti, recependo direttive o iniziative messe in atto”.